Interculturalism today between populism and reflexivity
9 Aprile 2022
Nel 2021 tornano a crescere le richieste di asilo in Italia – Comunicato stampa 13.4.2022
11 Aprile 2022
Interculturalism today between populism and reflexivity
9 Aprile 2022
Nel 2021 tornano a crescere le richieste di asilo in Italia – Comunicato stampa 13.4.2022
11 Aprile 2022

Minori e madri in fuga dall’Ucraina

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina si sono messi in marcia oltre quattro milioni di profughi e di questi oltre un milione e cinquecentomila sono minori. Un’enorme numero di piccoli e piccolissimi, la maggior parte in viaggio con madri o nonne o educatori degli istituti dove sono inseriti dopo la migrazione dei genitori, ma spesso anche affidati da genitori disperati ad amici e conoscenti che vanno verso la Romania e la Polonia. Unicef Italia ha segnalato che il rischio che alle frontiere chi non è protetto da una rete familiare finisca in un circuito di tratta e di pedofilia è molto alto ed è per questo che, insieme a Unhcr e a Save the Children, ha creato un presidio al confine nei pressi di Trieste.

I percorsi di donne e minori che arrivano nel nostro Paese sembrano essere adeguatamente sicuri e per la gran parte dei minori che giungono senza parenti si riesce a ricostruire la rete familiare sul nostro territorio o in qualche paese dell’Unione Europea. Infatti, a differenza di quanto avviene per i minori che arrivano da altri Paesi in guerra, dalla Siria, dall’Afghanistan, e sono davvero soli, non avendo alcun familiare in Europa, per la crisi ucraina si tratta di minori perlopiù separati.

Secondo i dati forniti dall’Unicef, dal 24 febbraio, data dell’invasione russa, sono 4,3 milioni – sui 7,5 milioni totali – i bambini che hanno dovuto abbandonare le loro case in Ucraina. Più di 1,8 milioni di loro hanno lasciato il Paese, mentre altri 2,5 milioni sono sfollati interni in una nazione devastata dalle bombe.

Ad oggi, sono oltre 30mila i minori ucraini giunti in Italia dall’inizio della guerra, quasi tutti con le mamme, o con altri familiari o con degli educatori, se si tratta di bambini i cui familiari sono emigrati e che vivevano in istituti per l’infanzia. Più di 12mila sono già stati inseriti nelle scuole, mentre i minori non accompagnati ammontano a 277 e sono già stati inseriti nel sistema di accoglienza temporanea.

Sono quindi poche centinaia, per ora, i minori ucraini ad oggi ufficialmente segnalati come “non accompagnati” nel sistema informativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dove gli enti locali – responsabili dei minori soli – inseriscono direttamente i dati. Sono stati tutti accolti in famiglia, per il 30% circa in famiglie ucraine e per il 70% in famiglie italiane e hanno un’età media molto più bassa di quella a cui siamo abituati con i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, che per la gran parte hanno tra i 15 e i 17 anni.

È l’ANCI però a segnalare che l’impegno che dovranno assumersi i Comuni nel farsi carico dei costi per il periodo compreso fino al 31 dicembre 2022, risulta alquanto oneroso. L’ANCI, presi in considerazione i dati dei minori ucraini censiti dai Comuni all’interno del SIM (Sistema Informativo Minori) del Ministero del Lavoro, ha rilevato che, sulla base dei dati registrati alla data del 16.03.22, erano presenti 171 minori ucraini non accompagnati (pari allo 0,34% delle circa 50.000 presenze totali); alla data del 25.03.22, i minori registrati nel SIM erano saliti a 279 (pari allo 0,44% delle 63.104 presenze totali). L’aumento rilevato è stato quindi di 108 minori in 8 giorni per un incremento medio giornaliero di 13,5 unità e quindi di circa 95 unità settimanali. Tenuto conto di questi dati e presupponendo che la crescita si mantenga costante in termini numerici (ovvero che ogni settimana i minori non accompagnati aumentino di circa 90 unità), la segretaria generale dell’Anci, Veronica Nicotra, ha ipotizzato che entro la fine dell’anno saranno presenti sul territorio nazionale circa 4.000 minori ucraini non accompagnati. Con un aggravio di spesa per gli enti locali certamente importante.

L’ordinanza della Protezione Civile n. 876 del 13 marzo 2022 ha intanto nominato il Prefetto Francesca Ferrandino, attualmente Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, Commissario delegato per il coordinamento delle misure e delle procedure finalizzate alle attività di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina a seguito del conflitto in atto.

Il suo primo atto è stato quello di avviare un censimento che sia in grado di restituire una fotografia non soltanto quantitativa ma anche qualitativa dei minori giunti nel nostro Paese. Alle associazioni che si sono adoperate per portare in salvo migliaia di bambini è stato chiesto di comunicare dove si trovano, con chi stanno, come sono arrivati, e di segnalare la presenza di eventuali minori soli ai Tribunali dei Minori, così che venga immediatamente nominato un tutore legale, come prevedono le norme internazionali.

Il pericolo che questi minori finiscano nel circuito dell’adozione internazionale – grande preoccupazione dei genitori rimasti in Ucraina – di fatto non esiste, ha sottolineato il Viminale in una nota, anche perché moltissimi dei minori ospitati in orfanotrofio in Ucraina, non sono in realtà senza genitori. Gran parte dei minori che in Ucraina vivevano negli istituti (secondo alcune stime sarebbero addirittura oltre centomila) sono in realtà “orfani bianchi”, cioè figli di genitori emigrati all’estero con l’obiettivo di potersi ricongiungere, appena possibile, ai propri figli. Ed è quella dei ricongiungimenti familiari la vera sfida. Nel nostro Paese c’è una comunità ucraina importante, la più grande tra i Paesi dell’UE, e individuare almeno un familiare è possibile.

La posizione del tavolo di lavoro creato ad hoc è dunque quella di restare saldamente ancorati agli strumenti esistenti di protezione dei minori, quelli che permettono di collocare in luogo sicuro un minore solo: la legge 184, la legge 142 e la legge 147. Accoglienza nel SAI minori, affido familiare e tutori volontari quindi. Fortissimi sono i timori – già sollevati dalla Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e dall’AIMMF (l’associazione dei magistrati che si occupano di minori e famiglie) – per la tratta dei minori, cui si è aggiunta una nota dell’ambasciata ucraina che ribadisce come gli affidamenti non vadano confusi con procedure preadottive. La strada maestra resta quindi quella dell’affido, nel rispetto della normativa vigente.

Ma, oltre all’allarme sul traffico di donne e bambini profughi lanciato anche dal cardinale Czerny, inviato speciale del Papa in Ucraina, esiste un altro rischio: quello dello spontaneismo, della solidarietà non organizzata. Ci sono infatti decine di piccole organizzazioni, spesso improvvisate, che arrivano alle frontiere per prendere in consegna donne e minori ucraini, al fine di smistarli poi nelle reti di accoglienza familiare. È assolutamente necessario, infatti, che ciò avvenga solo dopo la registrazione dei minori all’interno dei canali istituzionali, cioè degli enti locali e delle prefetture. Altrimenti il rischio è di creare un gruppo di invisibili, privi delle necessarie tutele.

11 aprile 2022

A cura del Settore Famiglia e minori, Fondazione ISMU