A seguito della proposta della Commissione, il 4 marzo 2022 il Consiglio dell’Unione europea, con la Decisione 2022/382, ha deciso di attivare la Direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea, osservando l’esistenza di un afflusso massiccio di sfollati che hanno lasciato l’Ucraina a seguito di conflitto e tentando di creare un canale sicuro e legale di arrivo e accoglienza dei profughi sul territorio dell’Unione. La Decisione 2022/382 è entrata in vigore il 4 marzo 2022. Come illustrato e approfondito nelle osservazioni ISMU dell’11 marzo “L’accoglienza dei profughi ucraini nell’Unione Europea”, un unicum del diritto comunitario: la misura di carattere eccezionale, silente dalla sua approvazione (quindi ben ventun anni fa) è stata per la prima volta attivata di fronte a una situazione geopolitica inedita sul territorio europeo.
Sul piano interno, il Governo italiano dovrà a breve dare attuazione alla Decisione 2022/382 per mezzo di un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) previsto dall’art. 20 del Testo Unico Immigrazione, e dall’art. 3 del Decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, che costituisce norma interna di recepimento della Direttiva 2001/55/CE.
L’Italia, peraltro, fino all’invasione era il primo Paese europeo per presenza di cittadini ucraini[1]. Essi, con circa 240mila persone, rappresentavano la quinta popolazione straniera per numerosità, con una fortissima presenza femminile. La previsione per cui molti dei familiari delle persone ucraine che vivono in Italia si dirigano verso il nostro Paese è dunque concreta.
Il 25 febbraio 2022, in seguito all’invasione russa nel territorio ucraino, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per intervento all’estero in seguito alla crisi in Ucraina. Questa misura assicura il concorso dello Stato italiano alle iniziative di protezione civile a supporto della popolazione colpita, anche attraverso interventi straordinari ed urgenti[2]. Per gli interventi di assistenza sono stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali. Il Ministero dell’Interno sta monitorando l’arrivo degli sfollati: al 16 marzo sono 44.008 i profughi in fuga dal conflitto in Ucraina arrivati in Italia. La maggioranza rimane composta da donne, 22.331, e da minori, 17.858, mentre gli uomini sono 3.819. Le principali città di destinazione dichiarate al momento dell’ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna. Un numero senza dubbio destinato a salire.
Il Governo italiano con il Decreto legge 28 febbraio 2022 n. 16, “Ulteriori misure urgenti per la crisi in ucraina”, si è impegnato ad aiutare la popolazione ucraina, con un incremento finanziario e di posti nel sistema di accoglienza e integrazione (solo, purtroppo, 3.000 posti), al quale i cittadini ucraini bisognosi potranno accedere senza porre domanda di protezione internazionale ma beneficiando della “protezione temporanea”, di cui però come si illustrava sopra deve ancora essere emanato il DPCM di esecuzione.
Nel frattempo l’Ambasciata Ucraina di Roma ha rilasciato delle note contenenti informazioni e indicazioni per i cittadini ucraini che arrivano in Italia in merito ai loro documenti di identità: per i cittadini ucraini che sono arrivati in Italia privi di documenti, viene prevista un’identificazione presso il Consolato. I passaporti dei cittadini ucraini hanno una validità di ulteriori 5 anni e, inoltre, sui passaporti possono essere inseriti i dati dei figli minori di 16 anni. Con ordinanza del dipartimento della protezione civile del 4 marzo, è stato precisato che lo svolgimento di attività lavorativa (subordinata, stagionale o autonoma) sarà consentita alle persone provenienti dall’Ucraina a seguito della crisi in atto, sulla base della sola richiesta di permesso di soggiorno presentata alla competente Questura.
Il governo, tramite un vademecum pubblicato dal Ministero dell’Interno, ha disposto che i cittadini ucraini in possesso di passaporto siano esentati dal visto d’ingresso e possano rimanere sul territorio italiano fino ad un massimo di 90 giorni dal momento dell’ingresso nell’area Schengen, segnato con un timbro sul passaporto. In caso contrario, è necessario presentare alla Questura una “dichiarazione di presenza”, dopo la quale verranno fornite tutte le informazioni necessarie sulle diverse possibilità di permanenza regolare sul territorio italiano. Una di queste, naturalmente, sarà la possibilità di ottenere la protezione temporanea, ma la procedura esatta di ottenimento di tale tipo di permesso non è ancora stata definita dal Ministero. Non è da escludere che il Governo decida di creare un canale procedurale separato per le persone in fuga dall’Ucraina, senza coinvolgere le Commissioni Territoriali per il riconoscimento del diritto d’asilo, lasciando dunque alle sole Questure il compito di rilasciare il permesso di protezione temporanea dopo una breve istruttoria. Sicuramente il DPCM di esecuzione chiarirà le cose.
Sempre consentita, in parallelo, dovrebbe essere la presentazione della domanda di protezione internazionale. A questo proposito, l’11 marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale che prevede la revisione dell’elenco dei Paesi di origine sicuri ai fini dell’esame delle domande di protezione internazionale. Il decreto sospende dal 12 marzo 2022 al 31 dicembre 2022 l’Ucraina dall’elenco dei Paesi di origine sicuri: le domande di protezione internazionale saranno dunque esaminate secondo la procedura ordinaria e non accelerata. La recente posizione di UNHCR sull’Ucraina ha espresso preoccupazione per i recenti sviluppi del conflitto, che stanno dando luogo a un aumento delle esigenze di protezione internazionale per gli sfollati. Sempre secondo l’Agenzia ONU, tutte le richieste dei cittadini e degli ex residenti abituali in Ucraina che chiedono protezione internazionale dovrebbero essere trattate in procedure eque ed efficienti in conformità con il diritto internazionale e regionale dei rifugiati. Il coordinamento tra le due procedure, quella di protezione temporanea e quella internazionale, sarà certamente definito e chiarito dal DPCM in approvazione.
[1] Sulla diaspora ucraina in Italia e nel mondo, si veda l’approfondimento ISMU del settore statistica “Conflitto Russia-Ucraina: la diaspora ucraina in Italia e nel mondo, ecco i numeri”.
[2] Qui è possibile consultare i provvedimenti normativi sul tema accoglienza dei profughi ucraini a cura del Dipartimento della Protezione civile italiana.