2018-2020
Bologna
Il capofila del progetto è MondoDonna Onlus e gli altri enti partner sono stati la Coop Sociale La Ventana e CSAPSA.
Il target del progetto sono donne vittime di violenza con figli a carico e donne migranti, soggetti considerati ad alto rischio di marginalità nel mercato del lavoro.
Work(H)er si è strutturato in sei fasi strutturate che includono diverse attività.
La prima fase prevedeva l’individuazione di donne vittime di violenza e/o maltrattamento ospiti di comunità per gestanti e madri con bambino disoccupate o inoccupate e donne migranti che necessitano di un percorso di formazione e inserimento lavorativo volto all’integrazione nel tessuto economico e sociale per il consolidamento del progetto di autonomia.
A seguire, vi è stata la fase di costruzione condivisa tra la donna e le differenti professionalità coinvolte (educatori, formatori, tutor dell’ente di formazione) del progetto individualizzato di inserimento lavorativo che tenga conto delle fragilità e delle risorse di cui la donna è portatrice.
La terza fase ha previsto incontri singoli e di gruppo di coaching di orientamento lavorativo. Il coaching è un intervento caratterizzato da: una durata breve, il numero di incontri è stabilito all’inizio del percorso; centrato sul qui e ora; obiettivi circoscritti inerenti a un problema contingente; forte promozione dell’empowerment della persona. L’intervento di coaching gruppale e individuale per l’orientamento lavorativo risulta essere particolarmente adatto poiché è caratterizzato da una promozione dell’empowerment e della “funzionalità” dell’individuo, basi essenziali per l’inserimento lavorativo. Gli incontri prevedevano attività e esercizi individuali e di gruppo per l’individuazione delle proprie risorse e delle proprie competenze spendibili nel mondo del lavoro oltre che una capacità di lettura del contesto lavorativo. Nel confronto con l’altro nasce l’opportunità di un dialogo che a partire dalle esperienze pregresse favorisca la costruzione di un progetto lavorativo futuro.
Nella quarta fase, dedicata all’alfabetizzazione (rafforzamento delle competenze linguistiche delle donne straniere in particolare in riferimento al contesto di lavoro), le beneficiarie non di origine italiana hanno potuto usufruire di un apposito corso di alfabetizzazione in cui l’apprendimento della lingua italiana è stato posto in stretta connessione con abilità necessarie al mondo del lavoro al fine di rafforzare le competenze specifiche. In particolare
La quinta e penultima fase prevedeva la formazione tecnico-professionale intensiva mediante il coinvolgimento di professionisti e professioniste delle aziende coinvolte nel progetto con l’obiettivo di fornire sia competenze trasversali utili all’inserimento nel mondo del lavoro che competenze e nozioni specifiche e pratiche spendibili nell’immediato durante il percorso di inserimento lavorativo.
Infine, la sesta e ultima fase è stata l’inserimento lavorativo tramite la ricerca dell’azienda in base alle competenze formali e informali, rilevate mediante bilancio di competenze, di cui ogni beneficiaria è portatrice. L’inserimento delle beneficiarie in tirocinio all’interno di aziende del territorio per 6 mesi (compenso di 500€/mese, buoni pasto e titolo di viaggio per il raggiungimento del luogo di lavoro a carico del progetto). Durante il periodo di tirocinio è stato garantito un intenso monitoraggio da parte di un tutor al fine di rispondere con tempestività alle criticità eventualmente emerse. Al fine di garantire la conciliazione dei tempi lavorativi con quelli di cura del minore all’interno del progetto è stato garantito anche un servizio di babysitting con operatori dedicati.
Il progetto è stato realizzato con il prezioso contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità.
In termini quantitativi, le donne coinvolte nelle attività del progetto sono state 32. Nei due anni di progetto sono stati attivati un totale di 32 percorsi di inserimento lavorativo. Tra di essi, 5 tirocini si sono conclusi con l’assunzione da parte dell’azienda, mentre 6 tirocini sono stati prorogati dall’ente coinvolto.
A livello qualitativo, tutti i percorsi formativi attivati sono stati strutturati in modo flessibile, tenendo conto delle necessità delle donne beneficiarie di rispettare i tempi di vita e di cura dei minori del proprio nucleo familiare mono-genitoriale. A questo proposito, durante il progetto sono state attivate 1800 ore di baby-sitting che includevano: accompagnamento/ritiro da scuola dei minori, servizio domiciliare in caso di malattia del minore o di chiusura del servizio scolastico, e infine il centro estivo.
La sinergia fra i diversi enti partner è uno fra i punti di forza di Work(H)er che ha permesso di costruire e strutturare le attività e le azioni di sostegno in maniera non standardizzata, ma personalizzata per ogni singola donna coinvolta nel progetto. Ciò ha infatti permesso di declinare al meglio il percorso di apprendimento e inserimento socio-lavorativo delle beneficiarie. Anche la fase di coaching per l’orientamento lavorativo si caratterizza come ulteriore punto di forza in quanto si pone l’obiettivo di promuovere dell’empowerment e le funzionalità dell’individuo che risultano essere basi essenziali per l’inserimento lavorativo di soggetti fragili quali le donne coinvolte. Un ulteriore punto di forza riguarda la fase del progetto dedicata all’inserimento lavorativo delle donne. Infatti, l’intensa collaborazione tra il tutor del tirocinio, la counsellor e l’équipe educativa di riferimento ha facilitato la tenuta della donna all’interno del percorso di inserimento lavorativo. Inoltre, il coinvolgimento di professionisti e professioniste provenienti da aziende territoriali ha garantito una stretta connessione tra le nozioni apprese durante la formazione e il loro utilizzo o la loro spendibilità all’interno del contesto di inserimento lavorativo.
La pratica non ha dovuto affrontare particolari criticità o problematiche nel corso della sua implementazione. Tra le sfide principali, vi è stata la ricerca di aziende per l’inserimento lavorativo delle donne beneficiarie nel mercato del lavoro che si presenta già difficile soprattutto per i soggetti fragili. Tuttavia, il progetto ha potuto contare su una rete di aziende partner che hanno facilitato il processo, garantendo alle donne l’accesso al mercato del lavoro ed il conseguente inserimento lavorativo. Un ulteriore criticità è stata la pandemia che ha portato in alcuni casi ad un’impossibilità di proroga dei tirocini.
Il progetto si è concluso nel novembre 2020 con una conferenza finale in cui è stato evidenziato il contributo positivo apportato dal progetto in termini di risultati quantitativi e qualitativi. Inoltre, è stato anche realizzato un breve docu-film da parte del regista, in cui le donne beneficiarie raccontano di loro stesse e del percorso fatto all’interno del progetto.
Aggiornato a gennaio 2022