Progetto “L’orchestra dei braccianti”
9 Settembre 2019
Corso di formazione per operatori sanitari 2019-2020 – START 2.O
10 Settembre 2019
Progetto “L’orchestra dei braccianti”
9 Settembre 2019
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10 Settembre 2019

Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

L’ente promotore

CESVI

Gli enti partner

Il progetto si fonda su una rete di partner ed enti aderenti estesa su quattro regioni italiane e composta da più di 30 realtà. Tra queste si annoverano:

I) i Comuni di Bergamo e Bologna
II) l’Associazione Agevolando, ASP Città di Bologna e le cooperative sociali C.S.A.P.S.A. DUE, C.I.D.A.S, CEIS Formazione e Società Dolce di Bologna III) La Fondazione Don Lorenzo Milani, la Cooperativa Generazioni FA e l’agenzia per il lavoro del Patronato di San Vincenzo di Bergamo
IV) Oxfam Italia Intercultura a Cecina (LI)
V) l’Associazione AccoglieRete, l’Associazione Albero della Vita e le cooperative sociali Passwork e Il S.Ol.E. di Siracusa, oltre a diverse comunità di accoglienza, cooperative ed associazioni presenti nei territori coinvolti.

Quando

Il progetto ha avuto inizio in aprile 2017 ed ha una durata triennale

Dove

Territori di Bergamo, Bologna, Livorno e Siracusa

Gli ambiti di intervento

  • Formazione e sviluppo professionale
  • Rafforzamento delle competenze, alfabetizzazione ed educazione civica come strumenti per l’inserimento lavorativo
  • Tirocini ed accompagnamento al lavoro

Il target

Minori stranieri non accompagnati (MSNA) e neo maggiorenni. La fascia d’età considerata va dai 16 ai 19 anni

L’obiettivo

Favorire l’integrazione dei minori (e neomaggiorenni) stranieri non accompagnati attraverso percorsi di rafforzamento delle competenze, avvicinamento al lavoro e autonomia alloggiativa.

Le attività

Su ogni territorio viene creata una commissione ad hoc, che si occupa della selezione dei beneficiari. Criteri di selezione fondamentali sono la motivazione e una conoscenza almeno di base della lingua italiana. Generalmente la commissione comprende un referente di progetto, un referente della comunità di accoglienza e, dove possibile, un referente dei servizi sociali. Successivamente i beneficiari vengono guidati lungo un percorso volto all’autonomia lavorativa e/o abitativa.

I percorsi si configurano in modo differente nei diversi territori coinvolti.

A Bergamo si tratta di interventi altamente personalizzati, strutturati secondo la formula del pacchetto dote, ossia una combinazione di servizi selezionati a seconda delle esigenze, potenzialità e aspirazioni del singolo, tra cui, ad esempio, sostegno psicologico, supporto all’autonomia alloggiativa, orientamento al lavoro e tirocinio semestrale retribuito, le cui spese sono coperte in parte dal progetto e in parte dall’azienda. La tendenza è infatti quella di selezionare, come organizzazioni ospitanti, aziende disponibili a investire sulla nuova risorsa, dimostrando così un interesse di massima a far sfociare il tirocinio in assunzione.

A Livorno e Siracusa viene adottato un approccio simile. Tendenzialmente i beneficiari sono indirizzati, a seconda delle potenzialità e aspirazioni di ciascuno, verso i corsi di formazione professionale disponibili sul territorio. Tuttavia, se l’offerta formativa territoriale si rivela inadeguata ai bisogni dei MSNA e neomaggiorenni coinvolti, il progetto attiva percorsi formativi ad hoc, rivolti a gruppi di beneficiari, in settori professionali caratterizzati da un fabbisogno di manodopera e di skill acquisibili in tempi brevi e on the job. Alternativamente, al beneficiario vengono proposti percorsi di orientamento all’autonomia alloggiativa o finalizzati all’ottenimento della licenza di guida, selezionati nell’ambito dell’offerta dei servizi locali. Anche in questi territori, i diversi percorsi formativi attivati si concludono generalmente con un tirocinio semestrale.

In questo caso, tendenzialmente, le spese del tirocinio sono interamente a carico del progetto, essendo riscontrabile, rispetto a Bergamo, una minor disponibilità da parte delle aziende a investire sui tirocinanti (specialmente prima dell’attivazione del tirocinio, che a volte tuttavia provoca un cambiamento nell’atteggiamento dei datori di lavoro). Soprattutto a Siracusa, in effetti, il criterio utilizzato per selezionare le organizzazioni ospitanti non è soltanto l’interesse ad avviare una collaborazione duratura, ma anche il rispetto della normativa del lavoro e la volontà di attivare tirocini regolari.

A Bologna vengono invece realizzati percorsi trimestrali di gruppo, volti alla formazione professionale. Da un lato essi mirano a sviluppare nei partecipanti competenze tecnico-professionali nell’ambito di settori individuati come adeguati al target di riferimento. Dall’altro sono volti a trasmettere ai MSNA e neomaggiorenni una conoscenza di base delle dinamiche caratteristiche del mercato occupazionale locale e dei diritti e doveri dei lavoratori. Al termine dei percorsi formativi i MSNA e neomaggiorenni hanno l’opportunità di svolgere un tirocinio trimestrale presso un’azienda del territorio. Data la breve durata, il tirocinio è interamente a carico del progetto. In questi brevi percorsi di avvicinamento al lavoro vengono coinvolti principalmente MSNA in procinto di raggiungere la maggiore età, che, attraverso tali interventi, vengono dotati di strumenti e competenze utili ad affrontare il passaggio all’autonomia.

Le fonti di finanziamento

Il progetto “Strada Facendo” partecipa a “Never Alone, per un domani possibile”, un’iniziativa promossa da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione CON IL SUD, Enel Cuore, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Peppino Vismara, inserita nel quadro del Programma europeo EPIM “Never Alone – Building our future with children and youth arriving in Europe”

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Il progetto prevede il coinvolgimento di 170 beneficiari nell’arco di tre anni, distribuiti sui diversi territori in modo proporzionale rispetto alla presenza di MSNA nei diversi sistemi d’accoglienza locali.

Finora i MSNA e neomaggiorenni coinvolti sono stati complessivamente 133: 24 a Bergamo, 41 a Bologna, 12 a Livorno e 56 A Siracusa.

Circa il 40% dei tirocini sono stati prorogati oltre i termini inizialmente previsti e/o sono sfociati in un’assunzione.

16 giovani sono stati inseriti nei percorsi di autonomia alloggiativa promossi a Bologna dall’Associazione Agevolando.

I risultati ottenuti in termini qualitativi

L’approccio individualizzato e la programmazione di percorsi che, oltre a tener conto dei fabbisogni del mercato del lavoro, prendano in considerazione anche le aspirazioni e le esperienze pregresse di ogni soggetto, si sono rivelati una modalità di intervento particolarmente adeguata a favorire l’attivazione dei beneficiari verso percorsi di autonomia.

Il tirocinio, inoltre, si è confermato uno strumento di grande efficacia nel favorire l’inserimento lavorativo del target di riferimento.

I punti di forza

L’attivazione di un partenariato composito ed esteso su scala nazionale favorisce la diffusione e lo scambio di buone pratiche, oltre al trasferimento di competenze da organizzazioni più solide a organizzazioni provviste di una minore esperienza.

Le criticità

Una barriera alla promozione dell’occupabilità dei MSNA è legata alla normativa vigente in alcune regioni italiane, che non prevede l’accesso dei minorenni ai corsi di formazione professionale brevi disponibili sul territorio. I MSNA vivono spesso nell’urgenza di fare ingresso nel mercato del lavoro, ragione per cui spesso non hanno la possibilità di usufruire dei corsi di formazione professionale triennali, previsti all’interno del sistema scolastico e, in base a molte normative regionali, accessibili anche ai minori. Ciò può comportare situazioni di impasse in cui il MSNA, spesso sprovvisto di competenze professionali, si trova escluso tanto dalla formazione, quanto dal mercato del lavoro. Il progetto tenta di ovviare alla problematica attivando corsi ad hoc, ma si tratta evidentemente di una modalità non sostenibile, poiché strettamente legata ai finanziamenti progettuali.

Inoltre, nel quadro complessivo di una significativa diminuzione delle richieste di protezione in Italia, anche il numero di arrivi di MSNA è in netto calo. Ciò ha ripercussioni importanti su molte strutture d’accoglienza appartenenti alla partnership, che spesso hanno difficoltà ad adeguare i propri meccanismi di finanziamento e funzionamento ad un numero di utenti molto inferiore rispetto al passato.

Un’ulteriore criticità affrontata nell’ambito del progetto riguarda l’effetto che la diffusione del lavoro sommerso ha, soprattutto nel territorio di Siracusa, nel plasmare l’atteggiamento e le aspirazioni dei MSNA. Questi ultimi tendono infatti a prediligere, ai tirocini proposti dal progetto, forme di impiego di carattere irregolare, facilmente accessibili e maggiormente allettanti sul piano del ritorno economico immediato. Per modificare questo atteggiamento gli operatori si impegnano a far comprendere ai beneficiari l’importanza del lavoro regolare, per quanto riguarda il rispetto del diritto, ma anche la tutela dei lavoratori e le possibilità di crescita professionale.

Un’altra difficoltà sperimentata soprattutto sul territorio di Siracusa riguarda l’impatto che l’inefficienza dei servizi di trasporto può avere sul coinvolgimento dei beneficiari nei tirocini. In diversi casi, ad esempio, la regolare presenza dei MSNA sul posto di lavoro è stata compromessa dalle carenze riscontrate nell’ambito del trasporto pubblico.

Le prospettive future

Il panorama migratorio dei MSNA è in rapido mutamento. Ogni futura idea progettuale andrà valutata in base ad una puntuale analisi della realtà e dei nuovi bisogni su cui intervenire. In generale, comunque, i promotori del progetto auspicano di poter contribuire ad una trasformazione nell’atteggiamento della domanda di lavoro, che, troppo spesso, si rivolge alla manodopera migrante solo in riferimento a mansioni a bassa qualificazione.

 

Aggiornato a marzo 2019