I risultati ottenuti in termini quantitativi
I numeri degli studenti che sono stati assunti al termine del corso e del periodo di tirocinio sono estremamente positivi: nella prima edizione 16 dei 20 ragazzi partecipanti hanno trovato lavoro come programmatori; nella seconda 17 su 20.
I risultati ottenuti in termini qualitativi
La soddisfazione delle aziende per i profili professionali inseriti è elevata e ne viene messo in luce anche il tornaconto in termini di social responsibility. Alcuni ragazzi assunti hanno cambiato azienda dopo avere ricevuto offerte di lavoro migliori. Anche da parte dei beneficiari il riscontro è estremamente positivo, e la loro gratitudine (espressa anche mediante lettere di apprezzamento) è stata segnalata come il principale aspetto positivo dal project leader.
I punti di forza
Un altro aspetto particolarmente positivo riguarda l’atmosfera di studio e lavoro che si è instaurata con lo specifico gruppo di beneficiari. Di questi ultimi sono state apprezzate la grande resistenza e la forza di volontà, così come l’impegno profuso e la riconoscenza nei confronti di un’opportunità preziosa e tutt’altro che scontata. I partecipanti sono stati descritti come persone umili, predisposte all’ascolto e alla volontà di carpire ogni singola informazione, ma anche dotate di una elevata capacità di perseverare, gestire lo stress e adattarsi a situazioni sempre nuove, dovendo talvolta conciliare il corso in questione con altre occupazioni (taluni studenti, dopo il corso, erano impegnati come riders o dovevano svolgere turni notturni).
Le criticità
La criticità principale è stata rappresentata dalla difficoltà di lavorare con persone con un trascorso doloroso alle spalle e segnato da traumi. Le precedenti esperienze negative li inducevano talvolta a non fidarsi dei mentori che li sostenevano durante il corso o ad agire in solitudine senza ascoltare consigli, ad esempio in preparazione a colloqui di lavoro. Il pensiero alla famiglia rimasta in patria determinava spesso il loro umore altalenante o la scarsa capacità di concentrazione, talvolta inficiando l’intera esperienza formativa (uno studente, ad esempio, ha dovuto fare ritorno a seguito del rapimento della madre). Spesso i responsabili del progetto hanno dovuto chiedere il supporto di psicologi per capire quali fossero le criticità che i corsisti stavano attraversando e indirizzarli di conseguenza. È stato questo il caso di una studentessa molto brava ma taciturna, la quale, anche in sede di colloquio, tendeva a spegnere la telecamera, a non mostrarsi e a non rispondere alle domande. La parte complessa è dunque sapere essere non solo insegnanti di coding, ma talvolta veri e propri mentori, in grado di fornire supporto e motivazione.
Un’ulteriore criticità si presentava al momento dell’inserimento lavorativo, poiché molte delle norme che regolano la condotta in questo ambito sono tacite e ascrivibili a prassi culturali e non possono essere facilmente insegnate. Soprattutto con i partecipanti provenienti dal continente africano è capitato che alcuni studenti si presentassero in ritardo ai colloqui con le aziende, a causa di una diversa concezione del tempo e del concetto di puntualità. Con la popolazione mediorientale, di contro, le difficoltò hanno riguardato principalmente i traumi derivanti dalle guerre e una diversa formazione di base.
Una psicologa era a loro disposizione per risolvere queste incomprensioni culturali; inoltre, nel fine settimana organizzavano frequentemente sessioni online in cui si incontravano semplicemente per conversare, parlare di eventuali difficoltà e rafforzare l’italiano.
Le prospettive future
Powercoders è diventato, alla fine del 2021, un progetto di Repubblica Digitale, l’iniziativa nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di combattere il divario digitale nella popolazione italiana e accompagnare il processo di transizione del paese verso una maggiore digitalizzazione. Dunque, ambisce a diventare nazionale e a replicare in altri territori la formula vincente sperimentata a Torino e Milano, tramite il supporto di UNHCR e delle fondazioni che lo sostengono. Al momento, infatti, i responsabili di Powercoders in Italia si stanno confrontando con diverse associazioni, soprattutto nel Mezzogiorno, per riproporre il corso a Bari, Palermo e Napoli. Un ulteriore obiettivo è ampliare la platea di beneficiari, non solo intercettando rifugiati ma offrendo la possibilità di farsi strada nel mondo digitale ad altri soggetti fragili. In particolare, essi confidano di potere a breve avviare sessioni destinate a donne vittime di violenza, Neet e disoccupati. Il momento storico, infatti, si è rivelato cruciale per investire nel digitale, ma l’Italia sconta uno dei tassi di digitalizzazione più bassi d’Europa e un gap di genere nello stesso settore particolarmente marcato. L’auspicio è che, anche beneficiando dei Fondi messi a disposizione del PNRR, il progetto diventi un punto di riferimento per chi voglia reinventarsi nel mondo dell’IT.
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Aggiornato a ottobre 2022