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Powercoders è un’accademia di programmazione informatica che offre corsi gratuiti di coding. Si tratta di un franchise nato in Svizzera nel 2016 sotto una onlus dall’omonimo nome, la quale, dopo 3 anni di attività e una collaborazione stretta con UNHCR, ha deciso di estendere il proprio brand in altri paesi, espandendosi in Italia, Tunisia e Spagna. In Italia Powercoders ha la propria sede a Torino.

Ente promotore

Per replicare il proprio progetto in Italia e diventare l’ente operativo sul territorio, Powercoders ha contattato la scuola privata di formazione coding “Le Wagon” e ha dato vita alla onlus “SDG Social Innovation”, garante del progetto, essendo Powercoders un’associazione senza scopo di lucro. Inoltre, sono stati coinvolti i seguenti finanziatori: Reale Foundation, Fondazione Accenture, Lenovo, Fondazione Specchio dei tempi e Fondazione Compagnia di San Paolo.

Ente partner

Reale Foundation, Fondazione Accenture, Lenovo, Fondazione Specchio dei tempi e Fondazione Compagnia di San Paolo,
che sono gli enti finanziatori.

Quando

Il programma per l’Italia è stato sviluppato tra il 2018 e il 2019 e ha preso avvio alla fine del 2019.

Dove

Torino e Milano

Gli ambiti di intervento

 

  • Tirocini e accompagnamento al lavoro
  • Formazione e sviluppo professionale

Il target

Powercoders è un progetto principalmente rivolto a rifugiati, richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale (90% dei casi). Il restante 10% è composto da persone con permesso di soggiorno per studio o per attesa occupazione. Le due sessioni attuate a Torino e Milano hanno coinvolto complessivamente 40 beneficiari. È stato riscontrato un gap ascrivibile al genere piuttosto marcato tra i beneficiari, soprattutto perché è tale nei settori dell’informatica nei paesi d’origine di questi ultimi (in particolar modo in Medio Oriente, da cui proviene buona parte dei partecipanti al corso). Su 20 studenti presenti in ogni corso, la prima edizione ha visto la partecipazione di due ragazze e la seconda di tre.

Gli obiettivi

L’obiettivo di Powercoders è agire su due gap: da un lato, sopperire alla carenza di figure nel settore IT in Italia e, dall’altro, cercare di superare il refugee gap ed evitare la perdita di capitale umano, favorendo la valorizzazione e il consolidamento delle competenze digitali dei rifugiati che ne dispongono. Si mira così a formare figure professionali che siano “plug and play” per le richieste del mercato italiano nel settore informatico. Il corso è infatti fortemente orientato alle esigenze formulate dalle aziende – con le quali vi è un costante confronto durante tutto il programma al fine di intercettare i profili maggiormente ricercati nel settore IT – allo scopo di formare professionisti attrezzati per l’ingresso in azienda al termine del corso. Per questo motivo, sebbene non sia fondamentale che i partecipanti possiedano elevate conoscenze in ambito ingegneristico o informatico, è molto importante che abbiano dimestichezza con il computer e che diano prova di attitudine e di un ottimo pensiero logico, date l’intensità e la specificità del corso.

Le attività

Il primo progetto in Italia è stato avviato a Torino alla fine del 2019 e si trattava di una versione pilota. Dopo questa prima edizione, è stato chiesto a Powercoders di avviare una seconda edizione a Milano, con gli stessi finanziatori, che si è svolta nel periodo 2020-2021.

Le due edizioni sono state strutturate nel medesimo modo e secondo lo schema esposto di seguito. Tale scansione rappresenta un canovaccio che verrà riproposto in iniziative successive

  • Inizialmente vi è una fase di selezione dei candidati, della durata di due mesi. I responsabili di Powercoders entrano in contatto con i possibili beneficiari attraverso le iscrizioni degli interessati oppure tramite diverse associazioni diffuse sul territorio, le quali, sulla base dell’accordo stretto tra Powercoders e UNHCR nell’ambito del premio “Welcome” (che impegna l’Agenzia ONU a dare visibilità al progetto), presentano loro profili con background nell’informatica potenzialmente adatti a ricevere una formazione coding.
    La fase di selezione è composta da due test. Un primo test è condotto da un selezionatore e consiste in un colloquio volto a fare emerge l’esperienza lavorativa dell’intervistato e la storia personale (ed eventuali traumi vissuti, per sondare la necessità di fornire un supporto psicologico). In seguito, vi è un test attitudinale dal taglio pratico, durante il quale viene proposta la risoluzione di elementi di logica.
    Di fronte a oltre 150 mila candidature pervenute nell’ambito della prima edizione, la fase di selezione ha permesso di individuare le 20 maggiormente predisposte.

 

  • Alla fase di selezione segue un periodo di preparazione svolto in modalità remota (tramite la Piattaforma 360 di Accenture) e realizzata anche grazie al supporto fornito da Lenovo, che mette PC a disposizione dei partecipanti che ne siano sprovvisti.

 

  • Prende avvio, infine, il corso vero e proprio, della durata di 3 mesi e mezzo. Si tratta di un corso full time che richiede una partecipazione dalle ore 9.00 alle ore 18.00 dal lunedì al venerdì. La prima sessione è iniziata nel mese di ottobre 2019 ed è terminata ad aprile 2020. Inizialmente strutturato mediante sessioni di formazione in aula, il corso è stato in seguito sospeso e convertito in modalità remota, a causa della diffusione della pandemia da Covid-19. I partecipanti venivano dunque assegnati a una stanza di zoom sulla quale si collegavano e condividevano le esercitazioni proposte.
    La giornata è strutturata come segue: tutti i giorni dalle 9 alle 11 vengono impartite le lezioni i cui argomenti, focalizzati sulla programmazione web e mobile (Javascript, CSS e Html), sono suddivisi in moduli tematici. Dopo una pausa, alle ore 12 inizia la fase di esercitazione, durante la quale agli studenti, divisi in coppie, sono assegnati esercizi proposti sulla piattaforma da risolvere entro la fine della giornata. Con un intervallo tra le 13.00 e le 14.00, si lavora fino alle 17.30 allo svolgimento degli esercizi. In seguito, la classe si riunisce e si tiene una mezz’ora di “live code”: risolvere in gruppo l’esercizio più complesso della giornata, in modo da condividere dubbi e metodi di risoluzione. La giornata termina alle 18.30, ad eccezione del mercoledì, quando si svolgono attività extracurricolari (workshop, incontri con aziende per affrontare il tema dell’inserimento lavorativo e ricevere indicazioni per la stesura di un buon CV o per sostenere un’intervista tecnica).

 

  • Al termine del corso ha inizio una sessione di career path dalla durata di un mese e mezzo, durante la quale i partecipanti vengono preparati alla career week che si terrà con tutte le aziende partner operanti nel settore IT (ad esempio, Sky Group, Accenture). In questa settimana, in seguito a colloqui svolti dai partecipanti con le aziende, le aziende stilano schede attitudinali e, sulla base delle preferenze proprie e dei candidati, vengono creati dei match. Nel restante mese e mezzo i partecipanti affrontano un percorso di self learning. Divisi in gruppi e con il supporto di tutor, si concentrano su differenti tematiche al fine di colmare eventuali gap conoscitivi per prepararsi all’inizio del periodo di tirocinio. In base alla tipologia di sviluppatore richiesta dalla azienda che ospiterà il tirocinante, i partecipanti vengono inoltre formati per sviluppare un’applicazione che verrà proposta all’azienda all’inizio del tirocinio.

 

  • Al termine del percorso formativo, prende avvio il tirocinio, dalla durata di 6 mesi. Gli stessi tutor facilitano l’inserimento in azienda degli studenti che hanno affiancato. Una volta entrato in azienda, allo studente viene poi assegnato un job coach, un volontario che supporta lo studente durante il primo periodo di ambientamento e, normalmente dopo i 6 mesi di internship, il 90% degli studenti viene confermato.

 

Le fonti di finanziamento

Il progetto si regge sulle donazioni delle Fondazioni che lo sostengono, allocando parte del proprio budget. È stato inoltre istituito un accordo facoltativo di income sharing con gli studenti, sulla base del quale, una volta assunti, possono in seguito decidere di ripagare il corso, donando parte del proprio stipendio mensile. Un’ulteriore possibilità è che le aziende paghino una “tassa” per l’inserimento dello studente che desiderano assumere.

I risultati ottenuti in termini quantitativi

I numeri degli studenti che sono stati assunti al termine del corso e del periodo di tirocinio sono estremamente positivi: nella prima edizione 16 dei 20 ragazzi partecipanti hanno trovato lavoro come programmatori; nella seconda 17 su 20.

 

I risultati ottenuti in termini qualitativi

La soddisfazione delle aziende per i profili professionali inseriti è elevata e ne viene messo in luce anche il tornaconto in termini di social responsibility. Alcuni ragazzi assunti hanno cambiato azienda dopo avere ricevuto offerte di lavoro migliori. Anche da parte dei beneficiari il riscontro è estremamente positivo, e la loro gratitudine (espressa anche mediante lettere di apprezzamento) è stata segnalata come il principale aspetto positivo dal project leader.

 

I punti di forza

Un altro aspetto particolarmente positivo riguarda l’atmosfera di studio e lavoro che si è instaurata con lo specifico gruppo di beneficiari. Di questi ultimi sono state apprezzate la grande resistenza e la forza di volontà, così come l’impegno profuso e la riconoscenza nei confronti di un’opportunità preziosa e tutt’altro che scontata. I partecipanti sono stati descritti come persone umili, predisposte all’ascolto e alla volontà di carpire ogni singola informazione, ma anche dotate di una elevata capacità di perseverare, gestire lo stress e adattarsi a situazioni sempre nuove, dovendo talvolta conciliare il corso in questione con altre occupazioni (taluni studenti, dopo il corso, erano impegnati come riders o dovevano svolgere turni notturni).

 

Le criticità

La criticità principale è stata rappresentata dalla difficoltà di lavorare con persone con un trascorso doloroso alle spalle e segnato da traumi. Le precedenti esperienze negative li inducevano talvolta a non fidarsi dei mentori che li sostenevano durante il corso o ad agire in solitudine senza ascoltare consigli, ad esempio in preparazione a colloqui di lavoro. Il pensiero alla famiglia rimasta in patria determinava spesso il loro umore altalenante o la scarsa capacità di concentrazione, talvolta inficiando l’intera esperienza formativa (uno studente, ad esempio, ha dovuto fare ritorno a seguito del rapimento della madre). Spesso i responsabili del progetto hanno dovuto chiedere il supporto di psicologi per capire quali fossero le criticità che i corsisti stavano attraversando e indirizzarli di conseguenza. È stato questo il caso di una studentessa molto brava ma taciturna, la quale, anche in sede di colloquio, tendeva a spegnere la telecamera, a non mostrarsi e a non rispondere alle domande. La parte complessa è dunque sapere essere non solo insegnanti di coding, ma talvolta veri e propri mentori, in grado di fornire supporto e motivazione.

Un’ulteriore criticità si presentava al momento dell’inserimento lavorativo, poiché molte delle norme che regolano la condotta in questo ambito sono tacite e ascrivibili a prassi culturali e non possono essere facilmente insegnate. Soprattutto con i partecipanti provenienti dal continente africano è capitato che alcuni studenti si presentassero in ritardo ai colloqui con le aziende, a causa di una diversa concezione del tempo e del concetto di puntualità. Con la popolazione mediorientale, di contro, le difficoltò hanno riguardato principalmente i traumi derivanti dalle guerre e una diversa formazione di base.

Una psicologa era a loro disposizione per risolvere queste incomprensioni culturali; inoltre, nel fine settimana organizzavano frequentemente sessioni online in cui si incontravano semplicemente per conversare, parlare di eventuali difficoltà e rafforzare l’italiano.

 

Le prospettive future

Powercoders è diventato, alla fine del 2021, un progetto di Repubblica Digitale, l’iniziativa nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di combattere il divario digitale nella popolazione italiana e accompagnare il processo di transizione del paese verso una maggiore digitalizzazione. Dunque, ambisce a diventare nazionale e a replicare in altri territori la formula vincente sperimentata a Torino e Milano, tramite il supporto di UNHCR e delle fondazioni che lo sostengono. Al momento, infatti, i responsabili di Powercoders in Italia si stanno confrontando con diverse associazioni, soprattutto nel Mezzogiorno, per riproporre il corso a Bari, Palermo e Napoli. Un ulteriore obiettivo è ampliare la platea di beneficiari, non solo intercettando rifugiati ma offrendo la possibilità di farsi strada nel mondo digitale ad altri soggetti fragili. In particolare, essi confidano di potere a breve avviare sessioni destinate a donne vittime di violenza, Neet e disoccupati. Il momento storico, infatti, si è rivelato cruciale per investire nel digitale, ma l’Italia sconta uno dei tassi di digitalizzazione più bassi d’Europa e un gap di genere nello stesso settore particolarmente marcato. L’auspicio è che, anche beneficiando dei Fondi messi a disposizione del PNRR, il progetto diventi un punto di riferimento per chi voglia reinventarsi nel mondo dell’IT.

 

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CONTATTI
francesco.ecclesie@powercoders.org

 

 

Aggiornato a ottobre 2022