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Di seguito la descrizione di alcune iniziative.
Ricerca azione, intervento e formazione per professionisti (prevalentemente educatori) e famiglie del territorio, finalizzati alla codifica di paradigmi e allo sviluppo delle competenze necessarie alla presa in carico di MSNA (12-18 anni) attraverso:
1) corso di formazione MSNA a cura dell’Ist. Psicanalitico per le Ricerche Sociali di Roma;
2) Ricerca-azione (formazione teorica e pratico-esperienziale);
3) Consulenza pedagogica finalizzata al bilancio delle competenze;
4) promozione della cultura dell’accoglienza nella Comunità;
5) attivazione/coordinamento della rete delle famiglie accoglienti;
6) seminario di 2 giorni sul tema “adolescenti e migranti”;
7) accompagnamento/creazione di un gruppo integrato per operatori di comunità per MSNA (16-18 anni);
8) Realizzazione di un Kit formativo.
LABORATORIO MULTIMEDIALE, La Strada di Piazza Grande Società Cooperativa sociale
Spazi per l’accoglienza e l’orientamento di minori stranieri non accompagnati
SOGGETTO GESTORE
La Strada di Piazza Grande società cooperativa sociale
Via A. di Vincenzo, 26/f – 40129 Bologna
Telefax: 051.372223
Mail: info@cooplastrada.it
Sito: web www.cooplastrada.it
OBIETTIVI
Perseguire in via prioritaria le seguenti finalità:
- favorire l’interruzione dei tempi e degli stili di vita di strada e promuovere lo sviluppo di competenze socio-relazionali, cognitive e lavorative di minori stranieri in condizioni di disagio sociale;
- promuovere processi di empowerment e di miglioramento dell’occupabilità, favorendo lo sviluppo dell’autonomia e la valorizzazione delle risorse personali;
- promuovere il lavoro di rete e sviluppare sinergie tra le realtà del terzo settore e i servizi pubblici che a vario titolo si ‘prendono cura’ di minori stranieri non accompagnati.
DESTINATARI
Il progetto è stato dedicato a minori stranieri non accompagnati, di sesso sia maschile sia femminile, con difficoltà ad orientarsi nel sistema culturale, sociale e lavorativo del territorio bolognese.
Specificatamente, è stato rivolto a minori in condizioni di marginalità, difficilmente agganciabili dai servizi, nonché a minori in carico ai servizi che necessitano di specifici interventi educativi di orientamento ed accompagnamento.
I minori hanno avuto accesso al ‘Laboratorio Multimediale’ tramite invio del Servizio Minori e Famiglie con conseguente attivazione di percorsi di borsa lavoro.
MODALITA’ DI REALIZZAZIONE
Fase 1. Start up
Nell’ambito della prima fase sono state effettuate le seguenti attività propedeutiche ad un’efficace realizzazione del progetto:
- costituzione del Comitato di Rete e dell’équipe di lavoro;
- programmazione di dettaglio dell’iniziativa;
- predisposizione della modulistica per il monitoraggio dell’iniziativa;
- acquisto attrezzature.
Fase 2. Realizzazione
Il progetto ha previsto l’attivazione di uno spazio di accoglienza e orientamento dai minori stranieri, nell’ambito del quale verranno realizzate le seguenti attività:
- ascolto attivo e aggancio relazionale;
- orientamento alla rete dei servizi del territorio;
- alfabetizzazione alla lingua italiana;
- alfabetizzazione informatica ed accesso ad internet;
- laboratorio per la costruzione di un videodiario;
- servizio mensa.
RETE
I soggetti promotori del progetto sono rappresentati dal Servizio Minori e Famiglie del Comune di Bologna, dall’Area Welfare di Legacoop Bologna e dalla cooperativa sociale La Strada.
- Il Servizio Minori e Famiglie collaborerà alla buona riuscita del progetto, favorendo la messa in rete con altri progetti e servizi rivolti a minori stranieri, promovendo l’avvio di percorsi di borsa lavoro nell’ambito dei laboratori di orientamento al lavoro, contribuendo attivamente al monitoraggio dei percorsi di orientamento e accompagnamento.
- Legacoop Bologna, Area Welfare collaborerà attivamente alla buona riuscita del progetto mettendo a disposizione le competenze e le professionalità sviluppate nel tempo dalle cooperative sociali operanti nel settore e favorendo la messa in rete.
- La Strada di Piazza Grande curerà l’organizzazione e la realizzazione operativa del progetto.
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Il progetto ha avuto una durata di sei mesi, con avvio a novembre 2006 e termine a maggio 2007.
Cosa metti in borsa? Sistema dotale di proposte formative e opportunità lavorative dedicate ai MSNA accolti sul territorio, Coop.Soc. Fraternità Capitanio Onlus, Monza (MB)
Percorsi pilota che accompagnino MSNA (16-18 anni) per accedere al mondo del lavoro attraverso proposte formative e doti per l’inserimento lavorativo.
Gestione dell’intero iter da parte di un tutor dedicato:
1) colloquio conoscitivo;
2) bilancio competenze iniziale con eventuale mediazione linguistica;
3) borsa per la formazione;
4) stesura CV e tutoraggio;
5) scouting aziendale (mappatura aziende disponibili all’accoglienza);
6) tirocini lavorativi con copertura costi vivi e tutela del minore (COB, Inail, Assicurazione RC) con contributo parziale dell’indennità di tirocinio.
Tutori volontari per minori, Reggio Emilia – ESPERIENZE PRIMA DELLA L.47/2017
Progetto che il Comune di Reggio ha attivato con A.S.P. REGGIO EMILIA Città delle Persone, Ceis, DarVoce e Cps
I minori che non possono essere seguiti dai genitori naturali, hanno bisogno di persone affidabili ed esperte (ad esempio, genitori e famiglie che hanno già cresciuto figli ormai autonomi) in grado di esercitare la potestà genitoriale e di curarne gli interessi materiali e immateriali. I tutori affiancano i servizi sociali affidatari rispetto alle scelte che riguardano l’educazione, la salute e in generale le scelte di vita del minore.
La scelta di optare per persone esterne alle istituzioni e ai servizi di assistenza ha il vantaggio di affidare la tutela a soggetti che, proprio perché distinti dai servizi e dai loro operatori, possono far valere i diritti del minore anche nei confronti dei servizi stessi.
L’individuazione di figure singole e la creazione di rapporti uno a uno, sempre più diretti e tra persone, può permettere inoltre lo sviluppo di relazioni che divengano stabili nel tempo, anche al di là dell’obbligo giuridico, e capaci quindi di rendere il tutore un riferimento anche dopo il compimento del diciottesimo anno.
Il Comune di Reggio ha attivato, in collaborazione con A.S.P. REGGIO EMILIA Città delle Persone, Ceis, DarVoce e Cps, un progetto di ricerca e reclutamento di persone che possano svolgere la funzione di tutore e divenire riferimenti legali e morali per la crescita di bambini e ragazzi, che vivono in comunità protette.
Il progetto non prevede l’allontanamento dei ragazzi dalle comunità in cui vivono, ma solo l’accompagnamento-tutela di persone esterne.
Gli interessati a divenire tutori possono contattare il Comune ai numeri 0522.456725 – 456324, mail silvana.pellicciari@municipio.re.it e alessandro.scarduelli@municipio.re.it.
Progetto Start-ER, Salute Tutela e Accoglienza per Richiedenti e Titolari di Protezione Internazionale in Emilia Romagna, Bologna, AUSL di Bologna insieme a Cooperativa Sociale Camelot
Giovedì 4 maggio 2017 presso l’Aula Magna dell’Ospedale Maggiore di Bologna è stato presentato il progetto “Start-ER – Salute Tutela e Accoglienza per Richiedenti e Titolari di Protezione Internazionale in Emilia-Romagna”. Si tratta del progetto che nel 2016 ha vinto, arrivando primo su scala nazionale, il bando del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) del Ministero dell’Interno, e ha la finalità di rafforzare le competenze istituzionali e la tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità psico-sanitaria.
Start-ER vede come capofila l’AUSL di Bologna e come partner Cooperativa Sociale Camelot con il ruolo specifico di supporto al capofila per il coordinamento tecnico-operativo, Azienda USL Reggio Emilia, Azienda USL Parma, Azienda USL Imola, Azienda USL Piacenza, Azienda USL della Romagna, Azienda USL Modena, Azienda USL Ferrara, Consorzio di Cooperative L’Arcolaio, Dimora D’Abramo Cooperativa Sociale di Solidarietà, Persone in Movimento Cop. Soc., Lai-Momo Società Cooperativa, Associazione MondoDonna Onlus, Cooperativa Sociale Società Dolce Società Cooperativa, L’Ippogrifo Società Cooperativa Sociale, Associazione Trama di Terre, Fondazione Autonoma Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, CIAC Onlus-Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale, Caleidos Cooperativa Sociale Onlus. Si stima che, tra le 181.436 persone sbarcate sulle coste italiane nel 2016 – 11.800 delle quali sono arrivate nel 2016 all’Hub regionale di via Mattei a Bologna – l’incidenza di disturbi legati al disagio mentale sia rilevante.
La migrazione e le sue cause, portano infatti con sé numerosi fattori come lo sradicamento, la spersonalizzazione, la difficoltà di nuovo radicamento, la vita in comune, gli abusi, le torture e le violenze, che incidono sul benessere psicologico e contribuiscono a slatentizzare eventuali disturbi psichici pregressi. “L’accoglienza che un popolo civile deve predisporre per un popolo in arrivo – ha affermato Angelo Fioritti, Direttore Sanitario dell’Azienda USL di Bologna – deve affrontare questi problemi in un modo responsabile. Si tratta di un problema, ma anche di un’opportunità per tutta la nostra società, per garantire la migliore salute possibile alle persone che entrano nelle nostre comunità”. Differenziare un tipo di intervento specifico per persone portatrici di disagio psichico, può consentire una migliore gestione dell’accoglienza e facilitare la successiva integrazione delle persone nei territori che li ospitano. Da qui è nata la volontà dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna di impostare, assieme alle AUSL regionali e ai partner del Terzo Settore che gestiscono l’accoglienza in Emilia-Romagna, una progettazione sperimentale che permettesse, con un approccio trasversale e multidisciplinare, l’individuazione, emersione e presa in carico della vulnerabilità e l’attivazione di percorsi di screening e supporto individuale ai beneficiari sin dal momento successivo al trasferimento sul territorio regionale. Il progetto Start – ER mira inoltre a sistematizzare una metodologia di lavoro che, partendo dall’analisi, valutazione e valorizzazione delle esperienze maturate territorialmente, diventi un modello condiviso e sostenibile sul lungo periodo, anche successivamente alla fine del progetto, prevista per marzo 2018. Nel concreto, dal settembre 2016, quando è partito il progetto, è stata avviata l’attivazione di un’équipe di primo livello a supporto del personale sanitario già impiegato nell’Hub regionale di via Mattei e di otto équipe territoriali di secondo livello per la valutazione e presa in carico di richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizioni di vulnerabilità psico-sanitaria a Bologna, Imola, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e della Romagna. Le équipe sono formate da personale sociale e sanitario delle Aziende sanitarie e del privato sociale. Nell’arco dei diciotto mesi di svolgimento del progetto, si prevede il coinvolgimento complessivo di almeno 60 professionisti nelle équipe multidisciplinari, di cui almeno 14 operatori sanitari, almeno 16 mediatori culturali, almeno 15 operatori di supporto socio-educativo (tra i quali educatori, assistenti sociali e sociologi), 9 psicologi e 6 antropologi.
Si stima che verranno raggiunti dal progetto almeno 2000 richiedenti e titolari di protezione internazionale. Si valuta infine che si procederà alla presa in carico di 100 minori stranieri anche non accompagnati nell’ambito psico-socio-sanitario. Un’azione importante prevista dal progetto Start – ER è la formazione di almeno 300 operatori socio-sanitari rispetto alle tematiche relative alle vulnerabilità post-traumatiche.
L’obiettivo complessivo è contribuire a creare una prospettiva che superi l’approccio emergenziale al fenomeno migratorio. Quello a lungo termine è di lasciare agli operatori socio-sanitari strumenti che permettano a dare continuità a questo tipo di interventi specifici e di creare un modello il più omogeneo possibile a livello regionale.
Progetto “CON…VIVIAMO” – M.I.U.R, I.T.I. A. Pacinotti, laboratori di scrittura e Peer-Education, Scafati (SA)
Negli ultimi anni, in virtù degli sbarchi che hanno interessato le coste italiane, la popolazione proveniente dall’Africa subsahariana presente nel nostro Paese è fortemente aumentata. Molti sono i minori stranieri non accompagnati che frequentano le scuole e che pongono alle stesse nuove questioni organizzative e didattiche.
Obiettivi generali del progetto sono, quindi
In primo luogo, date le numerose esperienze traumatiche vissute dai ragazzi, è fondamentale per la scuola effettuare una presa in carico globale che riguardi non solo l’ambito didattico ma anche quello psico-relazionale. In virtù di ciò si è pensato di strutturare per i ragazzi delle attività che possano aiutarli a far emergere traiettorie biografiche insieme a competenze linguistiche e culturali, che facilitino l’integrazione sociale e l’emergere di competenze di resilienza, e che gli facciano acquisire nuove competenze spendibili nel mondo del lavoro. Tali attività verranno effettuate in orario scolastico ed extrascolastico.
Attività
In orario scolastico verrà attuato un laboratorio giornalistico consistente nel giornalino web “Landward”. Sarà un giornalino che farà emergere le biografie personali (poiché parlerà delle loro storie di vita). Infatti, protagonisti e narratori, nella veste di giornalisti d’eccezione, saranno proprio i ragazzi: li farà collaborare per la stesura dello stesso e sperimentandosi come giornalisti gli farà conoscere una nuova realtà lavorativa. La scrittura di un giornalino sarà un’occasione importante per poter sottoporre i ragazzi ad un insegnamento intensivo della lingua italiana in modo ludico-creativo. Una menzione merita anche la metodologia scelta: la peer – education. Essa favorisce l’integrazione tra pari e facilita la trasmissione di informazioni. Un gruppo di ragazzi prescelti (peer-educator) realizzerà degli incontri con degli esperti e dovrà poi trasmettere quanto appreso in relazione alla realizzazione di un giornalino di classe ai compagni e guidarli nella realizzazione degli stessi.
– In orario extrascolastico al fine di attuare un sostegno linguistico degli educatori si occuperanno di organizzare dei gruppi di studio in cui verranno assegnati dei compiti da svolgere in gruppo in modo da accrescere nei ragazzi oltre che le competente linguistiche, anche l’integrazione sociale e la capacità di aiuto reciproco.
– Per poter attuare una presa in carico globale dei giovani, il progetto si rivolgerà anche agli insegnanti, attraverso attività formative che vedranno la presenza attiva di mediatori linguistici e culturali, in modo da accrescere la loro consapevolezza e sensibilità sul tema dell’inclusione sociale in contesti di particolare complessità e fragilità.
Coordinatore
I.T.I. A. PACINOTTI – Scafati (SA)
Partner
ONMIC – CPIA – sez. Nocera Inferiore (SA) – I.S.I.S. G. Fortunato – Angri (SA)
Progetto “Mio nonno è straniero”, Cooperativa sociale Dedalus e Chiesa Valdese, Napoli
Il progetto ha lo scopo di creare relazioni di mutuo supporto tra anziani soli e minori stranieri non accompagnati, capovolgendo le tradizionali modalità di aiuto tra adulti e minori: sarà il minore straniero ad occuparsi di una persona anziana italiana, straniera ed estranea alle dinamiche di un mondo che cambia ed evolve. Due mondi lontani e diversi si fondono con lo scopo di avvicinare soggetti troppo spesso invisibili. Il minore troverà nella relazione di scambio una persona adulta che possa rappresentare un punto di riferimento, gli anziani, grazie alla presenza dei ragazzi stranieri potranno far fronte alla quotidiana solitudine; per entrambi sarà favorito lo sviluppo delle capacità comunicative e relazionali, lo sviluppo del senso di appartenenza alla comunità e la garanzia di un’autonomia sociale e personale in riferimento al territorio. Nel dettaglio, l’iniziativa mira a:
- ridurre il senso di solitudine e di isolamento di anziani e ragazzi stranieri;
- migliorare la fruizione del territorio e degli strumenti di comunicazione con il contesto;
- migliorare le capacità comunicative, relazionali e culturali per entrambi ed in più, accrescere le competenze linguistiche dei ragazzi stranieri.
Il progetto è sostenuto con i fondi otto per mille della Chiesa Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi).
Il progetto prevede:
- percorso intensivo di apprendimento e rafforzamento della lingua italiana rivolta ai Msna;
- laboratori interculturali rivolti agli anziani, finalizzati alla conoscenza dei fenomeni migratori e della cultura di appartenenza dei ragazzi;
- percorso di informazione, rivolto ai ragazzi, sui più comuni bisogni dei “nonni”, riguardanti la quotidianità nonché i servizi, uffici e istituzioni di loro utilità;
- organizzazione di incontri tra il giovane e l’anziano per facilitare scambi di reciproco aiuto e momenti di socializzazione, svago e apprendimento.
I destinatari diretti del progetto sono minori stranieri non accompagnati e anziani over 65.
Centro Interculturale Nanà
Vico Tutti i Santi, 65
80139 Napoli
Tel. 081 4420019
Dedalus cooperativa sociale
Tel 081 293390 fax 081 297380
minori@coopdedalus.it
Dedalus è soggetto attuatore in partenariato con Associazione Auser Volontariato Napoli Centro.
Io Non viaggio Solo, SOS Villaggi dei Bambini, Social and Community Theatre Centre dell’Università degli Studi di Torino (SCT)
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno), SOS Villaggi dei Bambini dà il via al progetto “Io Non Viaggio Solo”, un progetto di assistenza psicosociale – realizzato in collaborazione con Social and Community Theatre Centre dell’Università degli Studi di Torino (SCT) – rivolto ai Minori Stranieri Non Accompagnati e ai giovani del territorio crotonese, volto ad affiancarli in un percorso di crescita e integrazione sociale, con lo scopo di migliorare le loro prospettive per il futuro.
Il numero dei minori che affrontano da soli la terribile traversata del Mediterraneo centrale aumenta giorno dopo giorno. Nel 2016 sono stati 25.846 i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) arrivati in Italia, più del doppio rispetto al 2015 quando erano stati 12.360. Da inizio 2017 i dati sono in aumento e 8.312 MSNA hanno già raggiunto le coste italiane, con un incremento di circa il 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, più in generale, dagli ultimi dati disponibili ad aprile 2017, sono 15.939 i minori censiti e presenti nelle strutture di accoglienza del nostro Paese.
Da diversi anni, infatti, varie crisi nell’area mediterranea (crisi nordafricana prima e crisi siriana dopo) hanno provocato un aumento dei flussi migratori verso i Paesi europei coinvolgendo anche l’Italia, in modo particolare Crotone, che rappresenta uno dei principali porti d’arrivo di questi flussi. La gestione di flussi migratori di tale entità comporta numerose sfide al sistema di accoglienza del nostro Paese. Tra le questioni maggiormente delicate – che le autorità e le varie organizzazioni del terzo settore si trovano ad affrontare – c’è sicuramente l’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA).
Allo stesso tempo, l’elevato tasso di disoccupazione giovanile, nella città calabrese, porta già all’esclusione sociale anche di molti giovani italiani. La Calabria è, infatti, la regione europea che nel 2016 ha registrato il più alto tasso di disoccupazione giovanile (58,7%), mentre rientra nelle prime tre regioni italiane con la più alta “povertà educativa”, là dove i servizi e le opportunità formative per i minori risultano insufficienti e inadeguate.
“Io non Viaggio Solo” ha l’obiettivo di contribuire a migliorare il sistema di accoglienza e protezione dei Minori Stranieri non Accompagnati e allo stesso tempo di ridurre il rischio di esclusione sociale dei MSNA e dei giovani italiani nella Provincia di Crotone, facilitandone l’integrazione e l’inclusione. Il progetto è rivolto a 215 Minori Stranieri Non Accompagnati ospitati in 18 dei centri di prima accoglienza presenti a Crotone e provincia, ai giovani del territorio crotonese a rischio di esclusione sociale con il coinvolgimento di 120 operatori. I servizi verranno forniti direttamente nei centri di accoglienza e nelle comunità locali presenti nei comuni di Crotone dove verranno avviati una serie di laboratori su tre tematiche principali: “la mia identità”, “relazione tra pari” e “il mio futuro”.
Nello specifico, per i MSNA il progetto prevede, in collaborazione con le autorità locali e i centri di accoglienza, anche la fornitura di servizi complementari come il supporto psicosociale: uno psicologo/terapeuta sarà disponibile per fornire un servizio di assistenza in base ai bisogni dei ragazzi e aiutarli ad affrontare lo stress derivante dalla loro nuova situazione e, allo stesso tempo, facilitare, laddove necessario, l’accesso a possibili percorsi terapeutici volti alla cura dei traumi vissuti durante il percorso migratorio. Sono inoltre previsti servizi di mediazione interculturale e di assistenza legale; attività socio-ricreative e laboratori formativi, volti a promuovere competenze sociali e relazionali e a favorire il benessere psicosociale dei giovani migranti.
“Il progetto è realizzato in collaborazione con Social and Community Theatre Centre dell’Università degli Studi di Torino (SCT)”
https://www.sositalia.it/news/sos-villaggi-dei-bambini-presenta-a-crotone-il-pro
Progetto Famiglie in Rete, Associazione Rimettere Le Ali Onlus, Regione Lazio
Il progetto sostiene i minori e le famiglie di adolescenti stranieri di prima e seconda generazione, divenuti portatori di un disagio che si connota sotto forme diverse, costruendo una rete di aiuto reciproco grazie al coinvolgimento delle Famiglie Solidali.
Contrasta l’abbandono scolastico favorendo l’integrazione sociale di minori stranieri attraverso percorsi di sostegno scolastico, psico-educativo e di inserimento in laboratori ludico-ricreativi pomeridiani. Promuove l’inclusione delle famiglie di origine attraverso la costruzione di un welfare community attento ai bisogni dei nuclei familiari stranieri, attraverso l’attivazione di percorsi di vicinanza, sostegno e confronto tra famiglie.
Progetto MSNA – Peer Education, C.R.I. (Croce Rossa Italiana) e Comitato Regione Sicilia, con il Ministero dell’Interno, Regione Sicilia
Il Comitato Centrale C.R.I. ha di recente firmato una convenzione con il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione. Tale accordo è finalizzato al miglioramento della capacità del territorio italiano di accogliere minori stranieri non accompagnati (MSNA).
La Croce Rossa Italiana ha pianificato tre azioni principali, dedicando particolare attenzione a due bisogni prioritari dei minori:
1. mantenere / ricostituire l’unità familiare procedendo rapidamente al rintraccio di membri della famiglia separati nel percorso migratorio e nelle operazioni di soccorso; facilitare i contatti con le famiglie dei MSNA rimaste nel paese di origine;
2. verificare le condizioni igienico-sanitarie di accoglienza e di tutela della salute nei centri di accoglienza dedicata ai MSNA;
3. educazione alla salute dei minori residenti nelle strutture.
Per quanto concerne l’ultimo punto, la C.R.I. svolgerà una azione di informazione ed orientamento ai MSNA utilizzando materiale informativo che sarà reso disponibile nei centri e che sarà illustrato ai minori durante appositi incontri, svolti da personale C.R.I. appositamente formato e organizzati con il metodo della peer to peer education.
In Sicilia sono quattro le strutture dove la C.R.I. opererà; esse sono ubicate ad Agrigento, a Caltagirone, a Caltanissetta e a Palermo.
Per tutte le informazioni relative al progetto, è possibile contattare il Delegato Tecnico Regionale dell’Area Gioventù, Gabriele Bellocchi. La formazione sarà somministrata dal Centro di Formazione Regionale (formazione@sicilia.cri.it), con l’intervento di formatori del Comitato Centrale C.R.I.
https://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/26120
Tutori Legali Volontari, Associazione AccoglieRete, Siracusa – ESPERIENZE PRIMA DELLA L. 47/2017
I Tutori Legali volontari rappresentano il fulcro della nostra Associazione e per questo AccoglieRete svolge un’attività di sensibilizzazione e formazione che permette di identificare delle figure adeguate da integrare nel sistema di tutela per MSNA. Dopo l’apertura delle tutele, li supporta e li accompagna infatti nello svolgimento di tutte le funzioni del tutore.
AccoglieRete supporta i minori stranieri non accompagnati (MSNA) fin dalla fase della prima accoglienza attraverso uno sportello legale, servizi di mediazione culturale e assistenza psicologica; li accompagna al raggiungimento della maggiore età con progetti d’inclusione sociale e d’integrazione (tirocini formativi, formazione-lavoro)
Mette in rete associazioni, cittadini e famiglie che offrono accoglienza diffusa e supportano i minori lungo un percorso individuale di integrazione educativo e culturale
Porta avanti un’attività di pressione sulle istituzioni volta al miglioramento del sistema dell’accoglienza e allo sviluppo di buone pratiche.
Associazione Volontari Tutori di Minori Stranieri, Fondazione Sant’Ignazio, Trento
L’Associazione Volontari Tutori di Minori Stranieri è un’associazione di volontariato ONLUS, istituita nel gennaio del 2005. Essa rappresenta il naturale proseguimento di una precedente esperienza iniziata con un corso di formazione per tutori volontari promosso nell’ambito del progetto “Tutori di minori stranieri” (L. 285/97). A partire da questo percorso, infatti, i volontari tutori che hanno assunto le prime tutele di minori stranieri non accompagnati hanno subito avvertito l’esigenza di costruire un gruppo stabile di formazione e sostegno. L’intuizione è stata quella di evitare che i ragazzi venissero affidati d’ufficio a qualcuno (es. ad un avvocato) che non poteva esimersi e di affidarli piuttosto a qualcuno fortemente motivato ad accettare questo ruolo, che per certi aspetti rappresenta la figura genitoriale del minore senza famiglia in Italia.
Destinatari principali sono i minori stranieri non accompagnati, diversi tra loro per provenienza ed esigenze. Si tratta in genere di minori stranieri giunti in Italia da poco tempo, dove il loro principale problema è rappresentato dalla scarsa o “nulla” conoscenza della lingua, la cultura e la legislazione italiana. Tale carenza comporta un complesso lavoro nel corso del periodo di prima accoglienza, dove ci si appresta nell’individuazione di un singolo progetto di inserimento e di crescita, tenendo in considerazione le loro future aspettative. Nel tempo sono cambiati i paesi di provenienza: non più solo albanesi e marocchini, ma pakistani, africani, bengalesi. Spesso hanno sofferto molto e non si fidano più di nessuno. Non osano chiedere affetto o tenerezza, chiedono cose concrete, soluzioni a problemi. Tuttavia, quando viene loro offerta una relazione significativa la sanno cogliere. Destinatari sono anche i servizi, cioè gli educatori, gli assistenti sociali, i magistrati, i professori e i datori di lavoro dei ragazzi.
L’ambito di intervento è costituito principalmente dal rapporto che riusciamo a instaurare con i minori assegnatici in tutela, operando in stretto contatto con i servizi sociali ed i centri di accoglienza preposti al loro mantenimento e cura. Nel percorso di accompagnamento di questi minori fino alla maggiore età, ci si appresta ad un’attenta osservazione atta a verificare il rapporto in atto tra il minore e le istituzioni, affinché la realizzazione del loro progetto di crescita abbia un positivo svolgimento, avendo come precipuo obiettivo la tutela e la salvaguardia dei loro primari diritti. Per affrontare le difficoltà che concretamente si possono presentare nell’attuazione di questo compito, oltre a confrontarci con le strutture di riferimento, abbiamo concordato un calendario di incontri a cadenza mensile tra gli iscritti all’associazione, nel corso dei quali vengono confrontate e discusse le esperienze vissute nel quotidiano. Parimenti possono essere individuate e analizzate nuove problematiche, ricorrendo anche all’aiuto di persone qualificate
https://fondazionesantignazio.gesuiti.it/volontari-tutori-motivazione/