Comunicato stampa
Milano, 20 maggio 2020
Fondazione ISMU ha deciso di dedicare una sezione del proprio sito al tema della “Regolarizzazione” (Verso una nuova regolarizzazione degli immigrati), con l’obiettivo di contribuire alla conoscenza, all’analisi e alla riflessione critica sul fenomeno.
Alla pagina web Verso una nuova regolarizzazione degli immigrati potete trovare tutte le analisi, gli approfondimenti e le riflessioni che gli studiosi ISMU hanno dedicato all’argomento in questione, oltre a una specifica rassegna stampa costantemente aggiornata.
ISMU inoltre proseguirà con la raccolta di dati relativi alla realtà migratoria, in particolare a quella irregolare con attenzione alle dinamiche del mercato del lavoro. Ricordiamo che, in base alle ultime stime ISMU, le persone che si trovano in stato di irregolarità in Italia al 1° gennaio 2019 sono 562mila.
Prime considerazioni in ordine alla nuova regolarizzazione
Ecco di seguito alcune prime considerazioni sul decreto “Rilancio” (art. 110-bis).
Un provvedimento nel segno dell’emersione dei rapporti di lavoro irregolari. Questa del 2020 sarà una regolarizzazione dove i nuovi contratti legati al lavoro stagionale in agricoltura avranno un peso marginale. Infatti, oggi come in passato, per lo più gli immigrati irregolarmente soggiornanti hanno già un lavoro e quindi per ottenere un permesso faranno riferimento al rapporto di lavoro in corso e non a un possibile nuovo impiego come stagionali in agricoltura.
Si tratterà di una regolarizzazione settoriale. Essa potrà riguardare[1] i rapporti di lavoro nel settore primario, nonché quelli del lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare, ma non riguarderà il lavoro in generale (sono infatti esclusi comparti importanti come, per esempio, quello del lavoro edile). Ne consegue che, con una regolarizzazione di tipo settoriale, non sarà possibile ottenere un quasi azzeramento del numero degli irregolari.
Quali gli effetti sul numero degli irregolari? Non è facile ipotizzare al momento quella che potrà essere l’efficacia di questa regolarizzazione. Tutto induce ragionevolmente a pensare a un risultato che, senza raggiungere quello della regolarizzazione sviluppatasi a seguito della Bossi-Fini, potrebbe essere “migliore” di quello conseguito con la Maroni. Tale previsione non tiene conto però di una variabile che potrebbe portare a un risultato inferiore rispetto a quello ipotizzato: la crisi economica che vivrà l’Italia nei prossimi mesi, di cui al momento è impossibile disegnare i contorni. Infatti i costi previsti per la regolarizzazione, uniti alla crisi economica, potrebbero indurre molti datori di lavoro a dire “no” a una regolarizzazione della quale altrimenti si sarebbero avvalsi.
Una regolarizzazione che incentiverà flussi irregolari? Le analisi sviluppate da Fondazione ISMU a proposito degli effetti delle regolarizzazioni del passato inducono a un cauto ottimismo. Relativamente al temuto (possibile) effetto di incentivazione dei flussi non regolati, va osservato che in passato l’Italia ha sperimentato imponenti ondate migratorie, in buona misura non governate dal diritto, e temporalmente molte regolarizzazioni sono andate a porsi accanto a tali ondate.
I dati sui flussi non autorizzano però a ritenere che questa o quella regolarizzazione abbia portato a un impennarsi del numero degli arrivi non regolati nel periodo di tempo successivo.
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[1] Ai sensi del terzo comma dell’art. 110-bis
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Per leggere l’approfondimento completo Prime considerazioni in ordine alla nuova regolarizzazione di Ennio Codini, Responsabile Settore Legislazione Fondazione ISMU, CLICCA QUI
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