Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.
Una caccia al tesoro per (ri)scoprire il quartiere tra la Stazione Centrale e la Martesana di Milano – Comunicato stampa 4.10.2022
3 Ottobre 2022Mygrants
6 Ottobre 2022Una caccia al tesoro per (ri)scoprire il quartiere tra la Stazione Centrale e la Martesana di Milano – Comunicato stampa 4.10.2022
3 Ottobre 2022Mygrants
6 Ottobre 2022Ente promotore
Lignarius – Scuola di arte, artigianato e restauro – Roma
Quando
dal 2013
Dove
Roma, quartiere dell’Esquilino
Gli ambiti di intervento
- Tirocini e accompagnamento al lavoro
- Formazione e sviluppo professionale
- Diversity management e valorizzazione della diversità culturale e religiosa
Il target
Lignarius promuove attività di formazione professionale specificamente rivolte a persone straniere e, in particolare, a migranti il cui status giuridico consenta lo svolgimento di un’attività lavorativa, tra cui richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria.
Gli obiettivi
L’associazione culturale Lignarius mira a coltivare, attraverso i propri percorsi di accompagnamento al lavoro e formazione professionale, momenti di apprendimento e di confronto culturale che possano tradursi in motori di inclusione sociale, empowerment e sviluppo, tanto per i beneficiari diretti quanto per il quartiere romano in cui sono inseriti.
Le attività
Lignarius è un’associazione culturale nata a Roma nel 1992 dalla collaborazione tra Stefano Nespoli e Paola Staccioli con l’intento di salvaguardare i mestieri tradizionali legati al restauro e all’artigianato artistico. Nella propria sede l’associazione non ha dato vita a una semplice bottega di artigianato e restauro, ma a uno spazio polivalente, all’interno del quale vengono organizzati corsi (rivolti a professionisti e semplici interessati), stage e iniziative culturali, quali mostre, conferenze e dibattiti. Allo scopo di fare delle discipline artistiche un’occasione di scambio e arricchimento reciproco, l’associazione Lignarius da diversi anni destina parte delle quote associative alla realizzazione di interventi sociali, in particolar modo a programmi di formazione rivolti a settori fragili della popolazione. Nell’ambito di tale iniziativa, ha proposto corsi di artigianato a disoccupati, ex detenuti, disabili, donne vittime di violenza, soggetti con disagio psichico, nonché persone migranti. Per l’impegno nei confronti di questi ultimi, l’associazione è stata insignita del Premio “Welcome” da parte di UNHCR Italia per ben due annualità (2018/19 e 2019/20). Collocato all’Esquilino, un quartiere che ha sperimentato negli anni una crescente concentrazione di persone straniere e una caratterizzazione sempre più multietnica, Lignarius è entrato in contatto con una popolazione sempre più diversificata dal punto di vista della provenienza culturale e non è rimasto insensibile a questa variabile. Le persone con background migratorio sono state incluse tra i beneficiari delle specifiche attività sociali rivolte a gruppi svantaggiati, con la finalità che i percorsi professionalizzanti loro proposti favorissero momenti di scambio culturale e costituissero occasioni di duplice apprendimento: per l’utenza straniera e per gli stessi maestri che impartivano il corso, grazie alla possibilità di esporsi a sensibilità artistiche diverse.
A beneficio delle categorie di soggetti fragili individuate sono stati erogati complessivamente 10 corsi di formazione, della durata di 8 mesi ciascuno (da ottobre a giugno), strutturati in 4 appuntamenti settimanali per 4 ore al giorno. Alcuni di questi corsi erano “misti” e coinvolgevano diverse categorie di soggetti. Al termine di tali percorsi, ad alcuni soggetti particolarmente abili è stata data la possibilità di svolgere tirocini formativi. L’utenza straniera è stata coinvolta principalmente in alcune tipologie di attività formative:
- percorsi di sartoria: incentrati non tanto sull’insegnamento della tecnica del taglio e del cucito (che molti già conoscevano, soprattutto i beneficiari provenienti da Pakistan e Bangladesh), quanto sull’adattamento al gusto occidentale. Tali corsi sono stati tenuti da un sarto originario del Gambia, che svolgeva attività di sartoria anche nel proprio paese d’origine ed era stato formato nei laboratori della bottega Lignarius mediante un tirocinio di un anno
- percorsi di falegnameria di base: sfruttando la tradizione artigianale lignea diffusa in diversi paesi africani, anche questi corsi erano volti ad adeguare le competenze dei beneficiari al mercato occidentale
- laboratori di riciclo creativo, volti a creare piccoli oggetti di arredamento, valorizzando le tecniche di recupero e di riuso diffuse in diversi paesi di provenienza dei beneficiari stranieri.
Sospese durante la pandemia da Covid-19, le iniziative di natura sociale promosse da Lignarius non sono ancora riprese. Infatti, complice l’interruzione dei corsi a causa dell’impossibilità di svolgere tali attività da remoto (con il conseguente calo nelle quote associative), le risorse a disposizione per potere riavviarle sono limitate, benché il desiderio sia forte. L’ultimo corso realizzato dall’associazione Lignarius si è svolto nell’ambito del bando Costruiamo totem della solidarietà, promosso dalla Regione Lazio con l’obiettivo di incentivare la partecipazione di soggetti – italiani e stranieri – socialmente svantaggiati in corsi e laboratori di lavorazione del legno e di riciclo. Le competenze apprese erano finalizzate alla successiva realizzazione di totem itineranti che hanno fatto tappa nei quartieri Esquilino e Monti per sensibilizzare sul tema dell’integrazione.
Le fonti di finanziamento
Quote associative degli allievi, donazioni di privati, contributi pubblici.
I risultati ottenuti in termini quantitativi
Complessivamente, almeno 200 persone sono state formate all’interno dei corsi dell’associazione. Rispetto alla categoria dei soggetti di origine straniera, si tratta in prevalenza di titolari di protezione internazionale e umanitaria di genere maschile, provenienti da Asia e Africa. L’età media dei partecipanti era intorno ai 20 anni. Taluni di essi erano minori stranieri non accompagnati. I beneficiari sono stati intercettati principalmente mediante i centri di accoglienza presso i quali erano ospitati e con il supporto di organizzazioni quali Croce Rossa e Medici Senza Frontiere. I centri di accoglienza diffondevano al proprio interno l’iniziativa in questione e segnalavano gli interessati, in seguito sottoposti a una fase di selezione al fine di formare gruppi di 10 persone.
I risultati ottenuti in termini qualitativi
Un grande riconoscimento per l’impatto sociale dell’attività svolta da Lignarius, oltre a provenire dall’Agenzia ONU per i rifugiati, è stato evidenziato dal quotidiano Repubblica, il quale, nel giugno 2020, ha diffuso un sondaggio rivolto ai lettori, invitando questi ultimi a segnalare attività particolarmente virtuose che, nella capitale, rischiavano la chiusura a causa delle difficoltà determinate dalla pandemia in corso. L’associazione Lignarius è stata indicata tra le prime quattro.
A livello personale, inoltre, il responsabile di Lignarius ritiene che l’erogazione di corsi sia stata particolarmente edificante. Oltre ad avere sviluppato una sensibilità maggiore, avendo toccato con mano storie di dolore e sofferenza, è grato per avere imparato ad attribuire un significato diverso al tempo e al valore dell’attesa. Consiglia a chiunque un’esperienza analoga per sperimentare un modo diverso di affrontare la vita. Nei ragazzi rifugiati ha apprezzato una grande capacità di adattamento alle situazioni più disparate e la disponibilità a lavorare duramente per sentirsi gratificati. In modo positivo rimarca, inoltre, come – soprattutto all’interno di corsi “misti” – non si siano mai verificati episodi spiacevoli o incomprensioni dovute a un diverso background culturale e che anzi, dopo mesi di frequentazione e condivisione, si siano cementati il senso di appartenenza e la fiducia reciproca.
I punti di forza
Il punto di forza dei progetti laboratoriali di Lignarius con riferimento specifico ai beneficiari di origine straniera è costituito dal fatto che per taluni di essi i corsi hanno rappresentato la possibilità di apprendere un mestiere e di qualificarsi in vista di un futuro inserimento lavorativo. Per taluni altri, invece, hanno costituito l’occasione di esprimere il proprio potenziale artistico e artigianale derivante da professioni analoghe svolte nel paese d’origine.
Le criticità
Le maggiori criticità riscontrate nell’ambito dei percorsi formativi erogati sono relative alla conclusione degli stessi. Si tratta di difficoltà in parte dettate dalla posizione di generale debolezza che tali soggetti svantaggiati occupano nel mercato del lavoro. Alla formazione ricevuta, infatti, in buona parte dei casi non ha fatto seguito un inserimento in circuiti occupazionali attinenti, in parte poiché Lignarius, a causa di risorse insufficienti e dell’elevato numero di persone formate, non può garantire un’assunzione al termine del percorso, in parte poiché quello dell’artigianato è un settore di nicchia. Ciò inibisce ulteriormente i già lenti processi di autonomia economica e sociale di tali soggetti fragili e genera sentimenti di frustrazione e disillusione. Ad esempio, a diversi dei rifugiati provenienti dai centri di accoglienza sono stati offerti tirocini formativi (dalla durata di 3, 6, 12 mesi) a seguito del corso. Alcuni di essi, poiché ricevevano un rimborso spese a carico del comune di Roma, erano convinti di essere stati assunti stabilmente, motivo per cui lo sconforto è stato grande quando hanno appreso che si trattava di una possibilità solo temporanea. A tale nodo critico si aggiunge poi la scarsa stabilità abitativa che scontano i rifugiati residenti nei Centri di accoglienza. Infatti, non è stato infrequente che taluni di essi si trovassero nelle condizioni di dovere abbandonare il corso poiché era stato disposto il loro spostamento in un centro collocato in un’altra città.
Per risolvere tale impasse e dare un respiro più ampio al progetto, sono stati condotti negli anni incontri di confronto con varie parti sociali allo scopo di dare vita a una Cooperativa sociale i cui soci fossero gli ex allievi più meritevoli; tuttavia, le limitate risorse economiche e di personale non hanno ancora permesso di dare forma all’iniziativa. Al momento, pertanto, l’unica risorsa titolare di protezione internazionale, formata all’interno dei laboratori di Lignarius e in seguito assunta, è un ragazzo nigeriano impiegato come restauratore.
Le prospettive future
Il desiderio più grande è quello di potere riprendere le iniziative di sostegno all’occupabilità per le fasce sociali più svantaggiate al più presto, auspicabilmente dopo la fine dell’estate 2022. Verso la metà del mese di aprile 2022 è stata avviata una collaborazione con Cies Onlus per sondare la possibilità di dare vita a un progetto di avviamento al lavoro nel settore della falegnameria a favore di 7 titolari di protezione internazionale di origine africana. Gli incontri formativi – che dovrebbero iniziare a breve – fanno sperare in una graduale ripresa di tali attività.
CONTATTI
s.nespoli@lignarius.net
Aggiornato a ottobre 2022