Pur rimanendo su numeri contenuti, specie se confrontati con quelli del Mediterraneo, il fenomeno degli arrivi via mare con piccole imbarcazioni ha cominciato a riguardare anche il Regno Unito. Se nel 2018, il primo anno in cui viene registrato il fenomeno, arrivarono lungo il canale della Manica poco più di 218 persone, negli anni successivi la crescita è stata più che esponenziale fino a superare, nel 2022, 45mila nuovi arrivi, mentre nel 2023, secondo le previsioni dell’Home Office, potrebbero essere oltre 60mila. L’immigrazione irregolare su piccole imbarcazioni è un fenomeno nuovo e per certi versi imprevisto per il Regno Unito. In passato, venivano utilizzati altri canali. Innanzitutto attraverso la permanenza oltre i termini consentiti da un permesso per turismo, lavoro, studio o famiglia. Le persone straniere che entrano con un visto e rimangono oltre la sua scadenza sono i cosiddetti overstayer e storicamente rappresentano la maggioranza dell’immigrazione irregolare. L’altro canale era quello attraverso i camion a bordo dei ferry che ogni giorno a decine attraversano la Manica. Tuttavia, l’inasprimento dei controlli sui Tir che si imbarcano a Calais, fatti congiuntamente con la Francia secondo il trattato di Le Touquet firmato nel 2004, la costruzione di recinzioni e l’installazione di telecamere a circuito chiuso, il crescente utilizzo di tecnologie molto sofisticate in grado di individuare il respiro delle persone e il calore emesso dai corpi, nonché la stessa pericolosità di alcuni viaggi, hanno comportato la ricerca di rotte alternative, la principale delle quali è quella via mare (Montagna, 2022).
Se l’impatto di questi nuovi arrivi sui numeri della popolazione straniera residente nel Regno Unito è tutto sommato irrilevante, per i governi inglesi che si sono succediti in questi ultimi anni, bloccare questo flusso è diventata una priorità. Nella primavera del 2022, il Parlamento inglese approvò il Nationality and Borders Act, una legge che conteneva disposizioni su nazionalità, asilo, immigrazione, vittime della schiavitù e della tratta di esseri umani.
Per quanto riguarda il diritto d’asilo e l’immigrazione irregolare, la legge sulla nazionalità e i confini, il governo si prefiggeva di “scoraggiare i richiedenti asilo dal recarsi nel Regno Unito se non attraverso percorsi sicuri e legali” (UK Government, 2022). Venivano quindi introdotte nuove regole sull’“inammissibilità” della domanda d’asilo, in modo da impedire alle persone di richiederlo se hanno “legami” con o hanno attraversato Paesi terzi sicuri, cosa certa per chi arriva nel Regno Unito via mare, e un sistema a “due livelli” (Refugee Council, 2022) che consente un trattamento differenziato tra i rifugiati, riducendo i diritti di coloro che entrano nel Paese in modo irregolare. Questi ultimi avranno bisogno di dieci anni di residenza invece dei soliti cinque prima di poter ottenere il permesso di soggiorno a tempo indeterminato e non potranno portare con sé il proprio partner o i propri figli. Altro punto controverso era costituito dalla possibilità di trasferire i richiedenti asilo in Paesi terzi sicuri.