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Le nuove disposizioni per i minori stranieri non accompagnati

Codini

Il governo ha varato nuove misure in materia di accoglienza e immigrazione, introducendo anche disposizioni per i minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia.

Quali sono nello specifico le novità approvate? Esse favoriscono oppure intralciano l’accesso al sistema di tutele a protezione di soggetti particolarmente fragili e vulnerabili quali i minori soli?

A questi interrogativi risponde il prof. Ennio Codini, Responsabile Settore Legislazione di Fondazione ISMU ETS.

Quali sono le nuove disposizioni che riguardano i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e cosa prevedono? 

Nel decreto n. 133 si prevede anzitutto che i MSNA, se d’età non inferiore ai sedici anni, siano ospitati in una “sezione dedicata” dei centri per adulti, per un periodo della durata massima di tre mesi, in caso di momentanea indisponibilità di posti nelle strutture ricettive temporanee per minori attivate a seguito di “arrivi consistenti e ravvicinati”. Sinora, invece, era previsto che, se per il gran numero d’arrivi non era possibile l’accoglienza da parte dei Comuni, i MSNA dovessero essere sempre e comunque ospitati in strutture per minori.

Un’altra disposizione importante è quella secondo cui, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati, l’autorità di pubblica sicurezza può disporre immediatamente lo svolgimento di accertamenti sanitari volti a determinare l’età, se dubita del fatto che la persona sia effettivamente minorenne, dandone comunicazione alla Procura della Repubblica. Sinora, invece, tali accertamenti potevano avvenire solo previo provvedimento della Procura e con ulteriori specifiche garanzie quanto alle modalità.

Queste sembrano essere le principali novità.

Cosa cambia concretamente per questi ragazzi rispetto al passato? 

I cambiamenti di cui si è detto riducono nel complesso la tutela. È evidente che ospitare un minorenne in una struttura per adulti, seppure in sezione dedicata, è per lui meno tutelante che ospitarlo in una struttura per minori (fermo restando che la soluzione migliore è l’accoglienza da parte dei Comuni).  Anche la “semplificazione” degli accertamenti sanitari riduce le garanzie. Si tratta in entrambi i casi di misure che si possono eventualmente giustificare solo in termini di situazioni d’emergenza tali da non consentire di procedere nel modo ordinario.  

Qual è la sua valutazione sulle nuove disposizioni? 

Come ho detto, simili misure possono eventualmente giustificarsi solo in situazioni d’emergenza tali da non consentire di procedere nel modo ordinario. 

Se noi consideriamo la storia della presenza di MSNA, vediamo che essa ha conosciuto nel tempo notevoli oscillazioni. E nell’estate di quest’anno c’è stato un significativo aumento degli arrivi: se confrontiamo i dati dell’agosto del 2022 con quello di quest’anno e guardiamo ai MSNA sbarcati-registrati vediamo che si è passati da 1272 a 1746.

Va però tenuto presente che si potrebbe accrescere la capacità di accoglienza da parte dei Comuni, così come si potrebbe eventualmente accrescere la disponibilità di posti nei centri straordinari per minori, in tempi relativamente brevi. E allora ci si può chiedere se, pur a fronte di una tendenza all’aumento degli arrivi, sia davvero giustificata l’introduzione della possibilità di confinare invece per tre mesi dei minorenni in strutture per adulti.

Quanto poi alla riduzione delle tutele con riguardo all’accertamento dell’età, non abbiamo dati che mostrino criticità emerse seguendo le preesistenti modalità ordinarie così gravi da giustificare l’adozione di modalità straordinarie meno garantistiche.  

24 ottobre 2023

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