La Convenzione di Ginevra del 1951 e la direttiva “Qualifiche” dell’Ue (2011/95) riconoscono lo status di rifugiato, fra l’altro, a chi ha il fondato timore di essere perseguitato a causa della sua fede religiosa. E soprattutto in questi ultimi anni, in particolare le cronache mediorientali e di alcuni Paesi africani raccontano l’assoluta fondatezza di questo riconoscimento, in quanto la persecuzione religiosa risulta essere una delle principali cause delle migrazioni forzate, insieme ai cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda i cristiani, i fedeli maggiormente colpiti da persecuzioni e discriminazioni, il recente rapporto di Open Doors/Porte Aperte – la World Watch List 2021 – segnala come sia cresciuta ulteriormente la loro persecuzione. Per molti cristiani perseguitati, il lockdown dovuto alla pandemia ha infatti significato il dover essere chiusi in casa con il proprio persecutore. La famiglia che non accetta la fede del cristiano è infatti spesso una delle fonti principali di persecuzione.