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Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

Laboratorio Taivé – Un filo per l’integrazione. Taivé, in lingua romanì “filo”, è lo strumento che offre alle donne occupate presso il laboratorio di sartoria la possibilità di esser inserite in un percorso di emancipazione e riscatto sociale

Ente promotore

È un progetto promosso da Caritas Ambrosiana, in collaborazione con alcune cooperative di tipo B

Enti partner

Fino al 2021, il partner del progetto è stata la Cooperativa IES. In seguito, è subentrata Vestisolidale, cooperativa del Consorzio Farsi Prossimo, che gestisce la raccolta di indumenti dismessi tramite il “Progetto Dona Valore” e la catena di negozi di seconda mano “Share”. Si tratta di una collaborazione nata alla luce della forte affinità riscontrata tra gli ambiti di attività dei due enti. Infatti, l’obiettivo di entrambi è anche il riciclo creativo finalizzato alla vendita di prodotti tessili. Per Caritas, inoltre, al fine di immettere i prodotti sartoriali realizzati sul mercato, si rendeva necessario un accordo con un ente dotato di una veste giuridica che consentisse, innanzitutto, la possibilità di emettere scontrini fiscali e di assumere persone. Infine, sostengono il progetto altri enti e cooperative del Consorzio Farsi Prossimo attraverso la segnalazione di possibili beneficiarie da inserire nel progetto e l’accompagnamento delle stesse nel percorso più globale di empowerment sociale.

Quando

Il progetto è nato nel luglio del 2009 ed è tutt’ora attivo.

Dove

Il laboratorio si trova a Milano, nella Zona di Lambrate, all’angolo tra Via Wildt e Via Carpi

Gli ambiti di intervento

  • Tirocini e accompagnamento al lavoro
  • Rafforzamento delle competenze
  • Formazione e sviluppo professionale    

Il target

All’origine, il target del progetto era costituito da donne appartenenti a popolazioni rom e sinti. Il primo gruppo di sarte si è costituito nel 2009, con l’apertura del laboratorio, ed era composto da 13 donne, alle quali è stato erogato un corso intensivo di formazione. Si tratta di soggetti in una particolare situazione di isolamento e svantaggio che, in assenza di abilità tecniche specifiche, difficilmente possiedono le risorse per offrirsi sul mercato del lavoro. Al contempo, le donne rappresentano attori centrali in grado di produrre cambiamento all’interno della famiglia e della comunità di appartenenza ed è per questo motivo che sono state scelte come target dell’intervento. Fino al 2015, le donne rom e sinti sono state le protagoniste del laboratorio. Oggi il progetto coinvolge donne in età lavorativa in condizioni di fragilità tali per cui risulta loro complicato inserirsi in un contesto lavorativo che possa avere cura delle loro vulnerabilità. Alle donne rom kosovare, macedoni, rumene e italiane sono state affiancate donne vittime di tratta, vittime di violenza, richiedenti asilo o ex carcerate. Alcune di esse vivono in appartamenti con la propria famiglia, altre in alloggi transitori, altre ancora in campi stabili. Gli enti territoriali con i quali Caritas collabora presentano alle potenziali beneficiarie, intercettate attraverso i propri servizi, la possibilità costituita dal laboratorio Taivè e segnalano a Caritas le utenti interessate. A seguito dell’inserimento delle beneficiarie nel progetto, il dialogo tra Caritas e tali enti prosegue ed è funzionale a garantire una supervisione complessiva del percorso intrapreso dalle donne accolte.

Gli obiettivi

L’obiettivo iniziale del progetto era l’emancipazione delle donne rom e sinti in condizioni di svantaggio attraverso l’acquisizione di abilità sartoriali e l’inserimento lavorativo. Si tratta di un intervento di carattere socioeducativo volto ad accompagnare le donne e le rispettive famiglie verso percorsi di inserimento nel tessuto sociale e di integrazione con la società e la comunità milanese. Al momento dell’avvio del progetto, infatti, l’Area Rom e Sinti di Caritas Ambrosiana gestiva un campo Rom in via Novara, smantellato qualche anno più tardi, mediante il quale era sorta la consapevolezza della condizione di isolamento nella quale versava la maggior parte delle donne, molte delle quali erano analfabete e non avevano mai esercitato alcuna professione. Il laboratorio nasce con l’intento di trasmettere alle beneficiarie le competenze della sartoria (e originariamente anche della stireria) e, più in generale, le abilità sociali richieste dal mondo del lavoro, innescando comportamenti responsabili. Tale finalità viene rafforzata, inoltre, mediante il potenziamento della conoscenza della lingua italiana attraverso corsi di lingua organizzati in itinere. Inizialmente, venivano inserite donne senza particolari competenze nel settore e Caritas si faceva carico della parte di formazione. Oggi sono principalmente donne con competenze pregresse ad essere avviate al lavoro presso Taivé.

Le attività

Taivè nasce con lo scopo di dare vita a un laboratorio “sociale” che possa mettere in relazione le destinatarie del progetto con il territorio, affinché sia veicolata un’immagine delle donne appartenenti alla popolazione rom e sinti libera da stereotipi, mediante l’instaurazione di legami con le persone che entrano in contatto con tale realtà e la collaborazione con le realtà del circondario, in particolare le associazioni di volontariato e le parrocchie. Il laboratorio è un luogo “aperto” verso l’esterno che consente contatti spontanei e costituisce il tentativo di superare stigma e pregiudizi, permettendo alle donne di avere un confronto genuino con la città. Con questa stessa finalità, recentemente, è stato aperto un punto vendita adiacente al laboratorio.

Il laboratorio Taivè è aperto al pubblico cinque giorni la settimana, dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00. Nel laboratorio avvengono piccole riparazioni sartoriali e la creazione di manufatti (borse, portaocchiali…) attraverso il riuso di scarti tessili anche prestigiosi nell’ambito del progetto “Scarti-amo”. Originariamente era attiva anche una stireria, ma al momento è temporaneamente chiusa, in quanto il progetto sta attraversando una fase di riorganizzazione.

Fino al 2020, venivano inserite nel laboratorio anche donne che non possedevano competenze sartoriali specifiche, in quanto l’intento primario era permettere alle donne rom di svolgere un’esperienza professionale remunerata tale da far sviluppare competenze sociali e lavorative. Oggi, tuttavia, viene privilegiato l’inserimento di donne che abbiano già un’inclinazione per la sartoria.

 

Le fonti di finanziamento

Il progetto è nato mediante un finanziamento regionale che prevedeva lo stanziamento di fondi per l’avvio di percorsi formativi e lavorativi destinati a donne rom e sinti. Tra i progetti finanziati in Lombardia, Taivè e il progetto di riciclo e produzione di bancali implementato dalla Cooperativa IES sono ancora attivi. Fino al 2018, inoltre, Taivè ha beneficiato di finanziamenti messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana. Oggi non si regge su fondi pubblici o privati, ma è interamente finanziato da Caritas.

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Ad oggi, il laboratorio ha coinvolto complessivamente 40 donne in età lavorativa, 27 delle quali appartenenti alla comunità rom e sinti. Al momento, nel laboratorio sono inserite 6 beneficiare: 2 con un contratto a tempo indeterminato, 2 con un contratto a tempo determinato, 1 con un contratto di tirocinio e 1 donna di etnia rom che sta svolgendo un periodo di volontariato e riceve un’indennità informale, in quanto non in possesso di uno status giuridico che consenta l’inserimento lavorativo. Un’ulteriore beneficiaria sarà assunta a partire dalla metà di giugno con un contratto a tempo determinato.  Le donne coinvolte nel laboratorio lavorano 15 o 20 ore settimanali su turni, a seconda del tipo di contratto, e sono affiancate da 5 volontarie del quartiere di Lambrate.

Queste informazioni rappresentano, tuttavia, meri dati numerici e non danno conto della particolarità insita in ogni percorso personale. Ogni destinataria, infatti, raggiunge risultati diversi a seconda delle proprie caratteristiche e del proprio trascorso.

I risultati ottenuti in termini qualitativi

Il principale risultato in termini qualitativi è costituito dalla possibilità di commerciare i prodotti sartoriali realizzati dalle donne del laboratorio. La vendita dei manufatti nel punto vendita o in occasione della partecipazione ad eventi cittadini (alcuni dei quali organizzati presso la sede di Taivè) ha, infatti, motivato le donne coinvolte a raggiungere elevati standard produttivi. Nel mese di dicembre 2022, alcune delle loro creazioni sono state acquistate dalla cooperativa Chico Mendes e rivendute presso il Banco di Garabombo, il mercato di Natale etico e sostenibile di Milano. Tra i vari appuntamenti, dal 25 al 28 maggio 2023 sono state ospiti all’evento del Chiostro in Fiera, nel quale hanno esposto il proprio stand con i prodotti in vendita. L’affinamento delle abilità sartoriali è visibile apprezzando il livello di perfezionamento che ha conosciuto la produzione dei due prodotti simbolo del laboratorio: i pesci porta-sacchetti e i pesci portaoggetti da parete.

 

I punti di forza

Molteplici ma ugualmente importanti sono i punti di forza del progetto. Il progetto promuove l’integrazione mediante azioni concertate che coinvolgono varie dimensioni: la dimensione sociale, la dimensione commerciale, la dimensione della sensibilizzazione e la dimensione della sostenibilità ambientale. Attraverso la multidimensionalità degli interventi introdotti e la molteplicità degli attori coinvolti (beneficiari, istituzioni e società civile), l’idea progettuale intende generare iniziative rivolte alla creazione di bene comune. Una linea di azione particolarmente virtuosa è stata sviluppata soprattutto con la parrocchia di Casoretto, una realtà molto attenta ai bisogni del quartiere, in collaborazione con la quale è nata la linea “Scarti-amo”. Durante il periodo estivo, viene svolto il laboratorio “Attacco un bottone” destinato ai bambini che frequentano l’oratorio, organizzato un giorno alla settimana nei locali della parrocchia e un giorno presso il laboratorio stesso, mentre nel corso dell’anno, sempre presso il laboratorio, si svolgono alcune delle attività dedicate al gruppo “terza età” della parrocchia.

Una collaborazione è attiva, inoltre, con il gruppo scout locale, che ha svolto lavori di manutenzione dei locali che ospitano la sartoria, e con l’Università Cattolica del Sacro Cuore (campus di Brescia) nell’ambito della proposta di Service Learning, che sostiene lo sviluppo di conoscenze e competenze negli studenti che vi aderiscono volontariamente, unendo in un’unica attività formativa servizio alla comunità e apprendimento. Di concerto con il Consorzio Farsi Prossimo, nel corso dell’anno 2022, è stato attivato un laboratorio di lingua italiana legato all’ambito sartoriale a favore delle donne ucraine in fuga dal conflitto. Il progetto si inserisce, quindi, in un intervento globale rivolto alle donne che vi partecipano, alle comunità di provenienza e al contesto sociale in cui le beneficiarie sono inserite. Esso è volto non solo a trasmettere alle beneficiarie competenze lavorative trasversali che possano innescare emancipazione verso il contesto esterno e verso le comunità di appartenenza, ma anche a generare un cambiamento positivo nella società e nella cittadinanza milanese, il tutto nell’ottica della sostenibilità sociale e ambientale.

 

Le criticità

La principale criticità cui deve fare fronte il progetto riguarda la difficoltà di rendersi autonomo dal punto di vista economico, benché, grazie alla collaborazione con Vestisolidale, il contributo richiesto a Caritas stia diminuendo. Taivè è, innanzitutto, un progetto sociale, che mette al centro il lavoro equo e la dignità delle proprie lavoratrici. Al momento, il progetto sta cercando di investire molto sulla comunicazione dei propri obiettivi, una scelta in linea con la volontà di sensibilizzare il territorio, ma anche con la speranza che a una narrazione più forte possa fare seguito una maggiore visibilità sul mercato.

 

Le prospettive future

In cantiere vi sono la ristrutturazione del laboratorio di Via Carpi e l’apertura di un secondo spazio destinato alle vendite nella Parrocchia di Regina Pacis. Sono obiettivi molto ambiziosi che perseguono la volontà di fare convivere l’anima sociale, che ha caratterizzato Taivè dall’inizio, con il tentativo di aprirsi sul mercato per autosostenersi.

 

SITO WEB >>

CONTATTI

romni.taive@caritasambrosiana.it

Aggiornato a dicembre 2023