Webinar “Immigrazione e disabilità: conoscenze, politiche e (buone) pratiche. A che punto siamo?”
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31 Maggio 2022

Indoorline srl – Piemonte

1) Nome e ragione sociale dell’impresa: Indoorline Srl

2) Ubicazione dell’impresa: Volvera (TO) ITALY

3) Settore di attività: vendita prodotti giardinaggio

4) Tipologia di servizi e/o prodotti: vendita prodotti giardinaggio

5) Numero totale di collaboratori: 10 dipendenti + 6 soci

6) Numero totale di collaboratori immigrati: 1

7) Numero totale di tirocinanti immigrati: /

8) Numero di eventuali collaboratori rifugiati e/o richiedenti asilo: 1

9) Numero di eventuali tirocinanti rifugiati e/o richiedenti asilo: /

10) Applicazione di dispositivi/iniziative istituzionali a favore dell’integrazione lavorativa e dello sviluppo professionale dei migranti:

L’azienda ha aderito ad un programma di formazione e inserimento lavorativo a favore di titolari di protezione e richiedenti asilo, gestito da Diaconia Valdese. Attraverso questo canale è stato attivato un tirocinio per una persona africana richiedente asilo, in accoglienza e in attesa di permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Dopo il colloquio di lavoro l’azienda ha espresso manifestazione di interesse all’inserimento. Al termine dei sei mesi di tirocinio formativo e a ottenimento di un permesso che consentisse di lavorare, l’azienda ha attivato un contratto a tempo determinato di un anno.

La persona è stata adibita al magazzino ed è stata impiegata come magazziniere base.

11) Inquadramento delle pratiche di inclusione e valorizzazione lavorative dei migranti in modelli di business e/o strategie competitive socialmente responsabili:

L’azienda non aderisce esplicitamente a modelli di CSR, ma opera con modalità di responsabilità sociale in modo genuino operando in rete con stakeholder del territorio. Ne è prova che la spinta decisionale ad inserire una persona migrante con una storia di fuga è venuta dai soci aziendali e non a seguito di contatti da enti del territorio.

Opera in un tessuto economico-sociale che ha risentito della recente crisi del distretto industriale automotive, ma è arricchito da una lunga tradizione di accoglienza che è propria del pinerolese, area influenzata dalla cultura valdese.

12) Sviluppo di iniziative in cooperazione con altri soggetti, e/o partecipazione a reti strutturate di collaborazione, per l’integrazione lavorativa e lo sviluppo professionale dei migranti:

L’azienda per l’inserimento del richiedente asilo si è rivolta a Diaconia Valdese, che è molto attiva e conosciuta sul territorio per gli interventi di accoglienza e inserimento di persone rifugiate. Il contatto è stato essenziale per:

–        selezionare la persona giusta per la posizione richiesta su candidati già pre-selezionati dall’ente

–        superare i timori iniziali legati al permesso di soggiorno, su cui il consulente del lavoro non aveva esperienza e ne evidenziava i rischi. Strategica è stata l’assistenza tecnico-legale fornita da Diaconia Valdese, che ha accompagnato l’azienda nel percorso di tirocinio prima e di inserimento poi, rassicurando sulla fattibilità del percorso anche da un punto di vista legale e amministrativo.

–        gestire man mano le problematiche che emergevano rispetto a difficoltà linguistiche e culturali.

13) Azioni/iniziative fondamentali di diversity management a favore dei migranti:

L’azienda è equamente diversificata per genere e ha uno staff piuttosto giovane. Ha un’estesa rete informale a cui attinge per l’assunzione del personale tramite contatti diretti, operando in un territorio in cui c’è un’elevata disoccupazione giovanile.

Date le piccole dimensioni ed essendo alla prima esperienza di inserimento di un migrante, non ha ancora pratiche formalizzare di diversity management. Si distingue piuttosto per una radicata cultura dell’inclusione che passa anche attraverso la valorizzazione egli aspetti informali della vita lavorativa, come le occasioni conviviali tra colleghi e loro famiglie (cene e aperitivi aziendali). Questa consuetudine ha consentito alla persona neo-inserita di organizzare un “pranzo africano” che ha contribuito a rafforzare l’integrazione tra la sua cultura di appartenenza e quella italiana.

L’esperienza di questa piccola impresa conferma l’importanza del cibo come strumento di aggregazione: la pausa pranzo diventa occasione di scambio e di racconti di vita.

Altro elemento importante è l’affiancamento di un tutor con buone skill relazionali; come afferma uno dei soci che ha seguito l’inserimento “questi inserimenti richiedono all’inizio una maggiore attenzione e tempi più lunghi per arrivare ad un’autonomia lavorativa”.

14) Eventuali impatti già riscontrabili:

L’ostacolo principale è stato quello linguistico, anche se la conoscenza iniziale dell’italiano era sufficiente per il tipo di ruolo affidato. È stato essenziale utilizzare l’inglese come lingua veicolare, soprattutto per verificare che avesse compreso bene la consegna affidatagli: l’utilizzo della riformulazione in lingua inglese consentiva di capire se la comunicazione fosse stata compresa correttamente per intervenire subito in caso di fraintendimenti. Il ruolo di magazziniere base richiede una competenza basica della lingua; al progredire linguistico possono seguire mansioni più complesse (es. rispondere al telefono, comunicare con clienti/fornitori).

In base all’esperienza di Indoorline Srl le maggiori difficoltà si hanno nei primi mesi dell’inserimento, ma man mano che il percorso procede l’investimento in tempo da dedicare alla persona genera un ritorno in termini motivazionali; il neo-inserito man mano che impara a svolgere i compiti assegnati diventa più autonomo e sicuro, trasformando la sua soddisfazione in passione.

La persona migrante è stata inserita in una posizione che è considerata poco appetibile dai lavoratori nativi perché operare come magazziniere in una piccola aziende è un lavoro piuttosto routinario. In azienda sono stati tutti colpiti dalla serietà con cui ha affrontato le mansioni affidate dimostrando che il lavoro ottenuto fosse un importante traguardo raggiunto. La sua etica del lavoro e la carica motivazionale messi in campo sono stati una leva di incoraggiamento per tutti i colleghi, che ha contaminato positivamente l’intero clima del magazzino. Quindi l’inserimento di questa persona in attesa di riconoscimento di protezione internazionale ha avuto un impatto positivo sulla produttività lavorativa perché come racconta uno dei soci “vedere una persona che lavora con la luce negli occhi genera un surplus motivazionale che contagia i colleghi”.

Oltre all’impatto positivo in termini di produttività e fidelizzazione all’azienda, non è da escludere il senso di gratificazione per aver fatto un’azione umanamente positiva.

Nell’esperienza positiva di Indoorline ha giocato un ruolo decisivo la spinta etica e la determinazione dei soci che non si sono fatti intimorire dal giudizio di persone esterne all’azienda con visioni più pessimistiche rispetto agli ostacoli normativi e burocratici da affrontare rispetto al futuro ottenimento del permesso di lavoro e del titolo di protezione per un richiedente asilo.

Scheda realizzata da Cipiemonte