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Immigrati e religioni in Italia – Comunicato stampa 4.7.2022

Comunicato stampa

IMMIGRATI E RELIGIONI IN ITALIA
ANCHE SE IN LIEVE CALO, LA MAGGIOR PARTE DEGLI STRANIERI È DI FEDE CRISTIANA

 

 

Milano, 4 luglio 2022

 

Al 1° gennaio 2022 gli stranieri residenti in Italia di religione cristiana (prevalentemente ortodossi, cattolici, evangelici e copti) si confermano come il gruppo maggioritario per appartenenza religiosa: ISMU stima che siano meno di 2,8 milioni (dodici mesi prima erano 2,9 milioni), contro gli oltre 1,5 milioni[1] di stranieri residenti di fede musulmana (12 mesi prima erano 1,4 milioni).

Rispetto al 1° gennaio 2021 si assiste quindi, da un lato, a un aumento del numero di musulmani la cui incidenza sul totale degli stranieri residenti passa dal 27,1% al 29,5%, dall’altro, a una diminuzione dei cristiani, in calo dal 56,2% al 53,0%.

All’interno del collettivo cristiano ha perso numerosità soprattutto la componente ortodossa che scende a meno di 1,5 milioni di migranti residenti in Italia al 1° gennaio 2022, contro gli oltre 1,6 milioni alla stessa data del 2021 (l’incidenza è del 28,9%). Aumentano invece i cattolici che si attestano sulle 892mila unità (pari al 17,2% del totale delle appartenenze religiose tra gli immigrati), contro gli 866mila del 1° gennaio 2021. Passando all’analisi delle singole appartenenze religiose, rispetto al 2021, cambiano le posizioni in classifica: al 1° gennaio 2022 al primo posto, anziché i cristiani ortodossi, troviamo i musulmani.

Provenienze. Il 27,4% dei musulmani residenti in Italia al 1° gennaio 2022 è di cittadinanza marocchina, per un totale di quasi 420mila persone. Seguono gli albanesi, che nell’ultimo anno hanno visto una crescita importante (passando da 137mila a 159mila), i bangladeshi (133mila) e i pakistani (129mila). Per quanto riguarda i cattolici stranieri tra le nazionalità più numerose si contano i filippini (144mila) e gli albanesi (89mila). Tra i cristiani ortodossi, primeggiano i rumeni (853mila), gli ucraini (209mila) e i moldovi (106mila).

Focus sul collettivo ucraino. Gli ucraini residenti in Italia, stimati da ISMU al 1° gennaio 2022, sono circa 237mila. Tra di loro si contano in particolare 209mila ortodossi e 13mila cattolici, mentre gli atei o agnostici sono circa 5mila.

Secondo le ultime informazioni diffuse dal Ministero dell’Interno al 3 luglio 2022 “sono 144.519 le persone in fuga dalla crisi bellica in Ucraina giunte finora in Italia” e, se per loro ipotizziamo la medesima distribuzione religiosa dei loro connazionali già residenti ad inizio anno, è realistico calcolare ulteriori 127mila ucraini ortodossi sul territorio nazionale (per un totale di 336mila ucraini di fede ortodossa).

 

[1]  In questi conteggi non sono compresi né gli stranieri irregolari nel soggiorno o non iscritti in anagrafe, né coloro i quali hanno acquisito la cittadinanza italiana. Sono inclusi invece i minorenni di qualsiasi età, neonati compresi, ipotizzando per loro la medesima appartenenza religiosa dei connazionali come appurate dalle più recenti indagini regionali lombarde.

Note per la redazione

Conteggi effettuati attribuendo ai residenti in Italia al 1° gennaio 2022 per cittadinanza (cfr. Istat, Popolazione straniera residente al 1° gennaio 2022 per età e sesso – stima Italia, https://demo.istat.it/strasa2022/index.html, link verificato il 3 giugno 2022) le stime del profilo religioso calcolate in Lombardia nell’ultima indagine di Polis-Lombardia effettuata tra il 14 settembre e il 1° novembre 2021 (cfr. Monografia rilevazione campionaria 2021, dicembre 2021, https://polis.lombardia.it/wps/wcm/connect/0b33e535-510c-4781-8292-94b1d229459b/190714OSS_3_ORIM_Monografia+rilevazione+campionaria+2021_RF_daGG_copertina.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=ROOTWORKSPACE-0b33e535-510c-4781-8292-94b1d229459b-n-tAGcR, link verificato il 21 giugno 2022). Ai pochi collettivi nazionali non campionati si è attribuito il profilo religioso medio degli stranieri in generale. Pur se regionale, è preferibile questa fonte di dati che stima le appartenenze religiose in Lombardia a fonti di dati che le stimano nei Paesi d’origine, perché come noto i profili religiosi in emigrazione possono risultare ben differenti dai profili religiosi di chi rimane in patria e anzi talvolta è proprio la discriminante religiosa il motivo principale o uno dei motivi principali che spingono a emigrare.

 

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