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Chi vince e chi perde sull’immigrazione in Europa: un primo flash

Comunicato stampa Fondazione ISMU

Chi vince e chi perde sull’immigrazione in Europa: un primo flash

 

Milano, 27 maggio 2019

Chi ha vinto e chi ha perso in queste elezioni europee? E rispetto a che cosa? Europa sì/Europa no; immigrazione sì/immigrazione no. Dal 23 al 26 maggio i cittadini dei 28 stati membri dell’Unione Europea hanno votato per eleggere i propri rappresentanti al Parlamento Europeo. Fondazione ISMU ha elaborato una prima analisi sui risultati.

Le forze più europeiste, cioè quelle che in passato hanno espresso atteggiamenti favorevoli verso l’integrazione europea e l’euro, hanno visto ridursi i loro consensi, ma solo marginalmente.

Se da una parte popolari e socialdemocratici hanno perso considerevolmente, liberaldemocratici e verdi hanno, invece, incrementato i consensi, compensando in larga parte i voti persi dai primi due gruppi.

Nello specifico, i partiti nazionali che hanno manifestato posizione pro-EU si raccolgono nel Parlamento Europeo nei seguenti gruppi parlamentari:

–            European People’s Party (EPP), passato da 221 seggi a 165[1];

–             Progressive Alliance of Socialists and Democrats (S&D), passato da 191 seggi a 141;

–             Alliance of Liberals and Democrats for Europe (ALDE), passato da 67 seggi a 115[2];

–             The Greens/European Free Alliance (G/EFA), passato da 50 seggi a 75.

Viceversa, le forze contrarie ad una maggiore integrazione hanno guadagnato consensi:

–             Europe of Freedom and Direct Democracy (EFDD), passato da 48 seggi a 46[3];

–             Europe of Nations and Freedom (ENF), passato da 37 seggi a 74.

I gruppi European United Left-Nordic Green Left (GUE/NGL) e European Conservatives and Reformists (ECR), moderatamente euroscettici, sono passati rispettivamente da 52 e 70 seggi a 42 e 57 seggi.

Dal punto di vista dell’immigrazione, possiamo classificare i gruppi parlamentari sulla base dell’appoggio a una politica di ricollocamento obbligatorio dei rifugiati tra i paesi membri.

Sono favorevoli:

–             European People’s Party (EPP),

–             Progressive Alliance of Socialists and Democrats (S&D),

–             Alliance of Liberals and Democrats for Europe (ALDE),

–             European United Left-Nordic Green Left (GUE/NGL),

–             The Greens/European Free Alliance (G/EFA).

In totale tali gruppi sono passati da 581 a 542 seggi.

Sono contrari:

–             European Conservatives and Reformists (ECR),

–             Europe of Freedom and Direct Democracy (EFDD),

–             Europe of Nations and Freedom (ENF) [4].

In totale tali gruppi sono passati da 155 a 177 seggi.

Possiamo, quindi, affermare che il sostegno alla politica di ricollocamento dei rifugiati sarà più debole di quanto non lo fosse nella scorsa legislatura.

E in Italia? La Lega ha conquistato la soglia di un terzo degli elettori, attestandosi oltre il 34% dei consensi. Secondo partito il PD che supera il M5S e si attesta sopra il 22%. Fermo al 17% il Movimento 5 Stelle, principale sconfitto di queste elezioni e con delle posizioni non ben definite sull’Europa e sull’immigrazione. Sotto la soglia del 10% Forza Italia, che stenta ad arrivare al 9%. Supera lo sbarramento anche Fratelli d’Italia con il 6,5% (posizione simile alla Lega, ma da questa sovrastati). Non ce la fanno a entrare nel Parlamento Europeo +Europa, Europa verde e La sinistra.

Una indubbia vittoria degli euroscettici e dei fautori dei porti chiusi.

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[1] I dati relativi ai gruppi parlamentari che si formeranno sono proiezioni sui risultati elettorali.

[2] ALDE per il 2019 include il partito Renaissance di Macron.

[3] Sommando il Movimento 5 stelle ed il nuovo partito di Farage.

[4] Le posizioni riflettono la maggioranza dei voti dei parlamentari europei di quel gruppo nei confronti della politica di ricollocamento obbligatorio dei rifugiati nella scorsa legislatura (2014-2019).

 

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Per informazioni: Ufficio stampa ISMU, Via Copernico, 1 – 20125 Milano, 335.5395695, ufficio.stampa@ismu.org, www.ismu.org