Per raggiungere il suo scopo NIEM si avvale dell’esperienza di un consorzio costituito da istituzioni internazionali (centri di ricerca, università, think-thank e ONG) presenti in 14 Stati membri (Bulgaria, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria).
La metodologia è duplice. Infatti, il supporto ai processi di integrazione viene promosso attraverso
- l’annuale valutazione delle normative e delle politiche implementate a livello nazionale tramite indicatori che coinvolgono le diverse dimensione dell’integrazione e,
- il lavoro di condivisione e scambio di esperienze operata dalla rete di testimoni privilegiati, nazionali ed internazionali, con la conseguente possibilità di raccolta di input dal basso e di disseminazione delle principali evidenze elaborate dalle squadre di ricerca.
Il report “Beneficiari di protezione internazionale e integrazione in Italia. Focus sull’accesso al sistema abitativo” presenta i risultati della seconda fase di valutazione realizzata nel 2020.
La condizione dei beneficiari di protezione nel nostro paese viene inoltre confrontata con la situazione degli altri paesi partner soprattutto per quanto concerne la dimensione dell’abitare.
Obiettivo di questo report è, infatti, quello di porre l’attenzione su alcuni aspetti tipici del sistema asilo in Italia, quali l’accoglienza e la gestione delle domande, approfondendo inoltre un tema di grande interesse quale quello dell’autonomia abitativa. Tale scelta è dettata dalla volontà di considerare una tematica spesso ritenuta minore rispetto, per esempio, all’accesso al mercato del lavoro, ma che invece rappresenta un tassello fondamentale all’interno del puzzle delle politiche di integrazione di coloro che chiedono o hanno ottenuto protezione in Italia. L’accesso al sistema abitativo per i soggetti più vulnerabili è infatti un pilastro fondamentale del processo d’integrazione.
A fronte di una domanda crescente di alloggi da parte delle famiglie straniere e delle persone migranti, la risposta risulta ancora debole e non in grado di soddisfare tale richiesta. Di contro, la questione dell’abitare, e soprattutto dell’abitare dignitoso, non rappresenta oggi in Italia un tema centrale nelle politiche pubbliche dirette all’inclusione generando un gap di rilievo nel processo verso l’autonomia delle persone.